Qualche giorno fa, ci è stata inviata dal sig. E.P. nostro fedele lettore, una foto aerea scattata da uno degli aerei che nell’agosto del 1943 prepararono il bombardamento della stazione di Sibari che provocò la distruzione di un treno merci che trasportava munizioni ed esplosivi. Sull’argomento abbiamo scritto diversi articoli pubblicati sia sul vecchio sito sibari.info che sull’attuale, infosibari.it . In una puntata della trasmissione televisiva “L’aria che tira” ideata e condotta da Tonino Cavallaro su TeleLibera Cassano nel 2011, (il cui titolo fu concesso successivamente a “La7” per un programma similare ancora in onda) furono anche illustrati diversi documenti, inerenti il bombardamento, ritrovati negli archivi della R.A.F con i rapporti dei comandanti dei velivoli che effettuarono l’operazione di guerra. Come purtroppo sappiamo, quell’attacco provocò la morte di diverse decine di persone, quasi tutte in sosta nella stazione per partire e che giacciono ancora oggi dopo 74 anni sotto la piazzetta dove poi fu eretta la stele con la Madonnina. In coda a questa nota inseriamo i links attraverso i quali potrete leggere i vecchi articoli sull’argomento.
Ritorniamo sulla foto, si tratta probabilmente di una delle fotografie scattata da un ricognitore, per individuare bene l’obiettivo in modo che chi poi doveva sganciare le bombe potesse andare a colpo sicuro, oppure scattata proprio durante il bombardamento, come potrebbero far supporre alcuni particolari che fanno pensare proprio allo scopiio di bombe.
Quello che si vede (o meglio si intravede) - (nell'allegato in formato più grande) nella foto è Sibari degli anni ’40, le uniche famiglie soggiornanti erano quelle dei ferrovieri che abitavano nelle palazzine lungo Via Colombo e le casette a lato della SS106, recentemente abbattute per far posto a quella specie di obbrobrio architettonico che avrebbe dovuto ospitare la “Stazione delle Autolinee” per la quale, solo recentemente si è scoperto, è stata destinata una specie di padiglione contenente dei “cessi” e una striminzita sala d’attesa, con un’unica “pista” di accesso e di uscita per immettersi sulla quale gli autobus devono percorrere un circuito tortuoso per niente comodo. Senza una pensilina, senza un “buco” previsto per eventuali addetti, mentre a monte di questa specie di bungalow sono state realizzate altre strutture, non si sa ancora bene a cosa destinate.
Ma ritorniamo alla nostra foto, la chiesetta di San Giuseppe è evidente nei pressi del primo passaggio a livello, così come si nota l’assenza della strada provinciale che conduce a Lauropoli, mentre ve n’è una bene evidenziata che corre lungo l’attuale Via Taranto e prosegue verso la campagna, dove l’esercito aveva pensato bene di piazzare una postazione di mitragliatrici, ancora esistente e che doveva condurre verso i resti del palazzo della Buffaloria, rovine che negli anni ’40 erano ancora visibili. (quella via è ora interrotta all’altezza dell’azienda per la lavorazione di marmi)
Purtroppo la foto è di formato ridotto, se avessimo il negativo si potrebbe tentare un ulteriore ingrandimento e poter, così, meglio individuare sul terreno altri interessanti punti di riferimento. Accontentiamoci di questo reperto ringraziando il nostro amico per il “regalo” che ha fatto a noi e a tutti i nostri fedeli webnauti.
Antonio M.Cavallaro
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