(foto: IERI) A Sibari si è svolta ieri la tradizionale processione di San Giuseppe. L’itinerario è lo stesso da molti anni, da quando cioè sono nati i nuovi quartieri, quello attorno alla Chiesa di S.Eusebio, denominato “centro Servizi” e quello connotato come “via Taranto”. Urbanizzazioni nate dopo il ’60 quando Sibari sembrava dovesse diventare una cittadina in grande crescita. L’itinerario quindi parte dalla chiesetta di San Giuseppe per giungere in piazza XV Agosto, passando per via Colombo e, dopo una breve sosta ai piedi della Madonnina, prosegue per attraversare la parte interna del “centro servizi”, taglia poi la provinciale e giunge in “via Taranto” per concludere il percorso di circa 2,5 Km là da dove si era partiti.
Personalmente ho vissuto, anche se per brevi periodi, a Sibari nel 1959 e ricordo benissimo che i due quartieri sopra-citati non esistevano ancora, anche se erano iniziati i lavori per la costruzione della chiesa di S.Eusebio e gli immobili annessi, quindi la processione doveva essere molto più breve di quanto non sia oggi; e nei decenni precedenti? In questi ultimi anni ho avuto modo di parlare con qualche anziano ed ho saputo che la processione del Santo negli anni ’30 avveniva nelle campagne per raggiungere le “masserie” più vicine alla chiesetta, ricordo che all’epoca non c’era stata ancora la distribuzione delle terre da parte dell’O.V.S. con le relative abitazioni che hanno poi popolato quasi tutte le contrade attorno a Sibari, quindi anche la processione doveva essere per (foto: OGGI) forza di cose limitata. Ho recuperato una foto del 1930 circa (così mi è stato detto dal donatore) che rappresenta un sacerdote alquanto provato, senza i paramenti Sacri e il popolo che attornia la Statua di San Giuseppe (che è sempre la stessa), come potete notare in molti guardano verso il cielo, non si capisce perché, forse c’erano dei fuochi d’artificio, ma mi sembra improbabile visto che era giorno, comunque i fedeli attorniavano la statua portata a mano. Anche ieri la statua è stata portata a spalla da giovani volenterosi ma sono rimasto un po’ meravigliato del fatto che mentre banda, sacerdote, cantori e popolo marciavano avanti, il Santo e i portatori restavano indietro, spesso parecchio isolati, creando una specie di corsa a rincorrere. Oggi le cose sono cambiate e forse anche questo nuovo (per me almeno) svolgimento di una processione è più consono ai dettami della Chiesa, certo è che il rito della processione dovrebbe servire ad esprimere la devozione a Dio ed al Santo festeggiato, dando pubblica testimonianza di fede, identità religiosa e di coesione personale con la comunità di appartenenza (parrocchia). Ora ritengo, e ribadisco che è una semplice osservazione personale, che lo scollamento in due tronconi della marcia, con la statua del Santo relegata in fondo e distanziata dal gruppo più corposo dei partecipanti, dia un senso di poca coesione. Comunque la giornata dedicata al Santo Patrono di Sibari si è svolta bene, iniziata con la SS.Messa, molto partecipata, officiata dal vescovo mons. Savino, è proseguita con la processione pomeridiana e infine conclusa con il rito Eucaristico celebrato dal parroco don Michele Munno. In serata la degustazione comunitaria del tradizionale piatto sibarita “lagane e ciceri” con le musiche di un complessino niente male chiudeva la giornata di San Giuseppe. (nella foto a destra, la chiesetta di San Giuseppe nel 1930)
Stasera ci sarà ancora uno strascico della festività religiosa con la SS.Messa celebrata, come per tradizione, nella contrada Fuscolara per tutti coloro che abitano nelle campagne circostanti.
Antonio MIchele Cavallaro