Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,38-48
38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; 39ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; 40e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. 42Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: Amate i vostri nemici Pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano Quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani. 48Siate dunque perfetti, come perfetto il Padre vostro celeste.
Lectio di don Alessio De Stefano
Quinta innovazione(vv. 38-42) - Di fronte ai casi di violenza, la «legge del taglione», comune a tante legislazioni antiche e presente anche in Es 21,23-25, suggeriva una vendetta proporzionata al danno subìto in modo da contenere la violenza della parte lesa. Alla vendetta Gesù propone l’alternativa della non violenza.Essa consiste innanzitutto nel non difendersi - stile che rimanda al «servo del Signore» che non si sottrae agli insulti e alle offese (cfIs 50,6) e che adotterà Gesù stesso dinanzi ai suoi aguzzini (cf Mt 26,67) - ma anche nel reagire positivamente alle richieste del prepotente: sorprendendo l’altro con l’offrirgli più di quanto abbia chiesto. Gesù insegna che il male non si sradica distruggendo il violento, ma solo educandolo, testimoniandogli la bellezza della fraternità e del dono. Sesta e ultima innovazione(vv. 43-48) - Penetrando oltre la lettera della legge, Gesù riossigena i rapporti e li rinnova fino ad abolire la categoria di «nemico» che era presente anche nel Primo Testamento. Non esiste categoria umana che non sia degna di amore e che non meriti rispetto. Alla tendenza esclusivista che spinge a costruire i rapporti solo sull’appartenenza, l’interesse e il corporativismo, Gesù propone l’universalismo dell’amore che è lo stile del Padre che non tratta gli uomini in base ai loro meriti e non discrimina nessuno, ma si prende cura di tutti con tenerezza. Accogliere e amare il nemico e il violento, non equivale ad accettare il loro comportamento ingiusto, ma a devitalizzare il male con la potenza contagiosa e sanante del bene. Gesù offre ai discepoli una giusta comprensione di se stessi. La loro identità non viene da un’osservanza che rende schiavi ma da una nuova architettura di rapporti.Essi non sono “quelli dei precetti” ma “figli del Padre” e “fratelli” tra loro. La comunità è spazio di relazione, famiglia, calore di un abbraccio che accoglie, scioglie il freddo delle ingiustizie e rende il mondo più vivibile.