(Dipinto: Giovane donna di Gaetano Gandolfi 1734-1802)
Jolanda era una donna giovane,
Era Bella ed era formosa,
Era provocante ed era spiritosa,
Era malandrina ed era sfrontata di viso
Nel parlare limpido e chiaro.
Aveva due gambe lunghe
Terminavano con caviglie
Piccole strette ai piedi.
Il suo profumo era dei fiori
Raccolti a fasci per le campagne.
La voce era un suono arcano
L’avevo udito soave tante volte,
Cantava canzoni d’amore e odio
Con il falcetto stretto nelle mani
Di donna dura anche nell’amare.
Nel cammino simile a gazzella
In una savana libera assolata.
Le sembianze di una statua del Canova
Chi si girava per guardarla
Gli andava dietro con gli occhi.
Stregava se solo ti guardava.
Mi fece mettere il capo sul petto
La mano sopra una mammella turgida.
La testa mia s’avvampò,
Girava veloce come una trottola.
Il cuore ballava con ritmo stretto
I picchi alti vicini sonori cantavano,
Si sentivano i colpi a distanza
Impazziti all’istante.
Lei rideva soave, gli occhi intriganti.
Sentivo i battiti del suo cuore
Che erano cavalli furiosi.
A momenti sembravano armoniosi,
Per una melodia con voce celestiale.
M’abbandonai all’onda dell’armonia
Mentre lei mi stringeva forte
Con le braccia chiuse sul mio corpo,
Il capo mi ronzava colpito, stonato,
Stremato da un improvviso tempestoso uragano.
Camminavo verso un cielo azzurro,
Un sole caldo giallo, tra mille uccelli
Dai cinguettii canori più strani.
Estasiato guardavo il suo viso
Sorrideva dolce era incantato,
Stava distante, gli occhi suoi neri
Erano fissi persi nei miei.
Non mi dite nulla
Il suo ricordo chiaro, è vivo ancora.
Michele Miani