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Ammalarsi a Posillipo: pubblico o privato? Meglio curarsi altrove

fatebenefratelli NA.jpgPrima di partire con la descrizione degli ospedali e delle cliniche collocati nel quartiere chic della città, voglio giustificare il perché di un titolo apparentemente severo: meglio curarsi altrove,  che si riferisce a tutte le strutture sanitarie napoletane e non solo a quelle localizzate a Posillipo, rimembrando una mia lettera sull’argomento, pubblicata da numerosi quotidiani, che scatenò le ire dell’allora(siamo nel 2006) presidente dell’ordine dei medici, che mi convocò davanti ad una commissione disciplinare per giustificare il motivo per cui consigliavo di evitare Napoli e recarsi altrove, quando si era affetti da patologie serie. Mi difesi con energia con un’arringa degna di Cicerone e convinsi i colleghi che avevo espresso un’opinione ampiamente condivisibile. In seguito pubblicai una nuova lettera che propongo all’attenzione dei lettori:                                

           Curarsi qui è pericoloso                                            

Sono l' amico medico che ha consigliato al giornalista Goffredo Locatelli di recarsi al San Raffaele di Milano per sottoporsi a intervento di by-pass; anzi poiché ero affetto da eguale patologia mi sono ricoverato anche io. Essendo meno coraggioso ho preferito sottopormi ad angioplastica, una tecnica meno invasiva, che a Napoli i colleghi ritenevano non applicabile. Non mi resta che fare mio il perentorio invito di Eduardo: fuitevenne. Almeno per curarsi non esiste luogo più pericoloso di Napoli, parola di medico ammalato.

La Repubblica N – 6 marzo 2006

E partiamo ora con la nostra carrellata sanitaria parlando dell’ospedale Fatebenefratelli (nella foto), che sfrutta la dimora gentilizia di un celebre quanto ricco napoletano e dal 1937 è a disposizione della popolazione che necessita di cure. Nel tempo è aumentata la recettività, che sarebbe potuta crescere a dismisura se una struttura contigua, che negli anni Sessanta ospitava la sede della Forrest Scherman School, donata all’ospedale, fosse stata ristrutturata. Viceversa sono passati decenni, per un breve periodo ha ospitato la sede dell’Istituto alberghiero, per scomparire in pochi giorni, pochi giorni fa, in maniera rapida quanto sospetta, sperando che non si trasformi in una serie di palazzoni per civili abitazioni.                                                                            

Il grande vantaggio che offre l’ospedale ai suoi utenti è la relativa rapidità di ricezione del pronto soccorso, che nell’arco di poco tempo(ore se non minuti) è in grado di ricevere i pazienti, a differenza del gettonatissimo Cardarelli, dove, se sei in fin di vita col codice rosso, devi attendere all’infinito, perché ti trovi almeno 50 pazienti più gravi di te.

In passato hanno lavorato medici famosi come primari; un nome solo voglio ricordare Chiantera, celebre ginecologo, ma trovandomi cito anche un valido pediatra: Donato Zappulli, che ha avuto l’onore di essere mio compagno di liceo. E poiché siamo passati ai ricordi personali voglio illustrare le mie due esperienze dirette come paziente, la prima nel 2006, quando accusai un acuto dolore al petto ed essendo un plurinfartuato, sospettai che si trattasse di una recidiva. Era un sabato sera intorno alle 20, quando il traffico diventa a croce uncinata, per cui dissi a mio figlio Gian Filippo che mi accompagnava in auto: “ Inutile tentare di raggiungere il Monaldi, ci vorrebbe un’eternità, (mentre in questi casi è opportuno raggiungere l’ospedale entro un’ora dai primi  sintomi),dirigiamoci verso il Fatebenefratelli (che dista circa un chilometro dalla mia villa). Fui visitato immediatamente, per fortuna si trattava di una crisi ipertensiva, anche se grave, 220/130, una endovena di Lasix, ripetuta dopo un’ora, abbondanti scariche di urina, la notte trascorsa in rianimazione e la mattina successiva la dimissione. La seconda esperienza è recente, risale allo scorso aprile, quando, dopo aver trascorso una notte infernale tra tosse, sputi corposi e difficoltà respiratorie, mi reco al pronto soccorso e dopo esami di laboratorio ed una radiografia del torace in meno di un’ora si arriva alla diagnosi: bronco polmonite, che mi tormenterà per alcune settimane.        Imbarazzante alcuni anni fa (nel 2014) fu viceversa l’esperienza di una mia domestica, alla quale tenevo moltissimo, dopo oltre dieci anni di onorato servizio presso la mia famiglia. Era affetta da un cancro all’utero, che aveva già invaso gli organi limitrofi. Quando parlai col primario egli mi disse che era inoperabile e le rimanevano pochi mesi di vita. Non mi diedi per vinto e la feci ricoverare al Pascale, dove fu sottoposta ad un intervento di 6 ore, ma da allora sta benissimo ed i controlli periodici escludono qualsiasi recidiva.

Passando in età pediatrica dobbiamo segnalare la benemerita attività del Pausillipon, gemellato con il Santobono, che ha sede al Vomero, che oltre a fornire ai bambini un’assistenza qualificata, grazie a benemerite associazioni di volontariato, cerca di far dimenticare ai pargoletti la sfortuna che li ha colpiti.

Esaminiamo ora le strutture private, partendo da quella che per decenni è stata considerata la meta preferita dei pazienti danarosi: Villa del sole e che negli ultimi anni, travolta dalla crisi economica e dagli scandali di medici truffaldini, che cercavano di indirizzare verso la struttura pazienti che si erano rivolti all’assistenza pubblica ed erano spaventati dalle attese estenuanti, si è trasformata in una serie di mega ambulatori dove si eseguono sofisticati accertamenti diagnostici.

Proseguiamo con la clinica Posillipo, della quale troneggia ancora l’insegna  sulla via omonima, mentre le lussuose stanze di degenza, che hanno avuto l’altissimo onore di ricoverare nel lontano 1962 un illustre paziente: me medesimo, per un delicato intervento di turbinectomia bilaterale, sono ora utilizzate per accertamenti diagnostici di altissimo livello.

L’ultima arrivata nel campo delle strutture private è Villa Angela, posta sulla discesa del Parco Cafiero e dotata di un accogliente parcheggio e soprattutto di un impagabile panorama. Essa ha usufruito, rendendole lussuose ed accoglienti, delle antiche camere di un convento di monache, costretto a chiudere per crisi di vocazioni; le religiose scompaiono mentre gli anziani bisognosi di assistenza aumentano giorno dopo giorno e la vera specialità di Villa Angela è la cura affettuosa e scrupolosa che presta a questi nostri antenati(fig. 12), senza dimenticare una serie di indagini diagnostiche e dei pacchetti mutuabili di check up senologici e cardiologici di altissimo livello con la consulenza di validi specialisti.

E concludiamo in bellezza parlando della più importante clinica della città: la Mediterranea, posta all’inizio di via Orazio e dalla quale si può ammirare un panorama da favola. Oltre a reparti specializzati ed attrezzature d’avanguardia, vi è una sala per riunioni, dove periodicamente si svolgono convegni internazionali con la partecipazione di scienziati di grande prestigio. Due dei miei tre figli hanno visto la luce in questa splendida clinica, mentre mio figlio Gian Filippo venne operato al piede dal mitico chirurgo Giuseppe Zannini ed il sottoscritto subì quindicenne la resezione sottomucosa del setto nasale. Anche ora sono in attesa da mesi e mesi di essere operato di cataratta e pare che dovrò attendere ancora a lungo, perché la Mediterranea, a differenza di tutti gli ospedali del mondo, non prevede una via preferenziale per i medici (prevista dal codice deontologico dell’ordine professionale) e si attiene scrupolosamente alle estenuanti prenotazioni allestite dalla Asl di appartenenza.

Achille della Ragione

 

 

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