Abbiamo ricevuto e pubblichiamo con piacere la testimonianza di un ex-degente dell'ospedale cosentino, entusiasta e soddisfatto delle cure prestategli. Senza ulteriori commenti. La lettera è stata anche pubblicata in seguito dal "Quotidiano del Sud" sabato 25 Febbraio a pag.13 - vedi foto nell'allegato (La redazione)
<<8-02-2023/13-02-2023: Ovverossia, le date della mia entrata e dell'uscita dal reparto UROLOGIA dell’Ospedale ANNUNZIATA di Cosenza dopo aver subito un intervento alla Prostata di TURP BIPOLARE. E “Quì comincia l’avventura del Signor Bonaventura”, così recitava la testata del “Corriere dei piccoli” sulle pagine dedicate alle tavole a colori delle avventure del Signor Bonaventura negli anni ‘50. In questo caso, il Signor Bonaventura sono io, e ovviamente non siamo più negli anni ’50. Intanto mi presento sono Leone Cavallaro, nato in quel di Aprigliano in provincia di Cosenza il 13-Gennaio-1947, andato molto giovane in Svizzera per lavoro e tuttora ivi residente dal lontano 1967, ho compiuto da poco 76 anni ed ho ancora tanta voglia di vivere. Vi faccio partecipi di questo perché voglio parlarvi di ciò che mi è capitato ultimamente ed inaspettatamente: Come ogni essere umano ci tengo alla mia salute, e per mantenerla tale, faccio ogni anno un check-up completo, prostata inclusa, e proprio riguardo a quest’ultima mi era sempre stato detto che di tutto avrei sofferto nella vita meno che di Prostata, in quanto, nonostante l’età, si era mantenuta nella norma e in salute. Forte di queste affermazioni, ma soprattutto degli esiti negativi degli esami a cui con regolarità mi sottoponevo, non mi sono mai preoccupato di andare più a fondo sulla “Questione Prostata”…ed è proprio qui che ‘casca l’asino’: Improvvisamente e inaspettatamente, ho dovuto ricorrere, mio malgrado, molto in fretta alla chirurgia, era successo infatti che la mia Prostata, sebbene piccola, si era ristretta al centro bloccando l’uretra e impedendo la minzione. Tornare in Svizzera in quelle condizioni mi era impossibile, uretra bloccata con nessuna possibilità di minzione, vescica gonfia oltre ogni limite e con possibilità di compromettere seriamente i reni. Portato da mio fratello Antonio al Pronto Soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza, non nascondo che avevo delle riserve sulla sanità calabrese, ne avevo sentito dire peste e corna, sicuramente senza cognizione di causa, poiché mi sono dovuto ricredere in brevissimo tempo. Sono stato operato in una sala attrezzatissima, ho potuto seguire l’operazione in un Monitor messo a mia disposizione, e mentre mi operavano un assistente rispondeva in modo esaustivo alle mie domande sulla funzione e sull’andamento dell’operazione stessa. Essendo io un appassionato di chirurgia, all’occasione guardo sempre in internet filmati di operazioni a cuore aperto e quant’altro ci viene offerto, avevo visto, neanche tanto tempo fa, un video che aveva postato il primario di Urologia del San Raffaele di Milano, lo stesso tipo di operazione che è stata fatta a me, e anche se da incompetente, devo dire che i nostri dottori dell’ANNUNZIATA, se non meglio, sono per lo meno allo stesso livello del San Raffaele. Per me, calabrese, forse più di altri in quanto nato in Provincia di Cosenza da Padre reggino e madre catanzarese, e convinto sostenitore della Calabria anche dopo 55 anni di Svizzera, è stata una piacevole sorpresa constatare che la sanità calabrese non solo è all’avanguardia per la chirurgia, intendo con questo sia i dottori che i chirurghi, ma anche e soprattutto gli infermieri e personale tutto. Inoltre devo ringraziare particolarmente l’equipe medica che si é occupata di me, il primario e direttore del reparto Urologia professor Di Dio e il professor Zaccone che mi ha operato in modo eccellente, e non da meno le dottoresse Madei e soprattutto la dottoressa Mazza, che mi ha indirizzato e sostenuto durante tutta la mia degenza al reparto Urologia dell’ANNUNZIATA di Cosenza…”GRAZIE di CUORE”.
È stato un vero balsamo per l’anima vedere con quanta dedizione infermiere e infermieri, molti dei quali giovanissimi, prendersi cura di tutti noi e in special modo dei più bisognosi ai quali si rivolgevano con parole affettuose e quasi con amore per infondergli coraggio e farli sentire meno soli nella lotta alla loro sofferenza. Questo l’ho trovato altamente ENCOMIABILE, si sa che col morale alto i problemi si affrontano con una prospettiva più rosea. Non da meno, dottori, chirurghi e personale specializzato, si alternavano quotidianamente al capezzale di tutti noi, e ai più bisognosi, per non spostarli, venivano fatte delle analisi sul posto con attrezzature adatte all’uopo, in pratica venivamo costantemente monitorati e controllati. Anche il lato umano dei dottori stessi nell’approcciarsi con i pazienti è stato superlativo.
Perché vi racconto questo? E’ presto detto: Stando in Svizzera e tornando in Calabria solo in occasione delle ferie lavorative, ho avuto molte volte occasione di parlare della sanità in Calabria, e a dar ascolto alle voci che sentivo, era qualcosa di orribile: gente maltrattata dagli infermieri, i quali oltre a non curarsi dei pazienti si rivolgevano loro con disprezzo e arroganza… E anche i medici, a sentir queste voci, non curavano i pazienti in modo adeguato per mancanza degli impianti sanitari, e “dulcis in fundo” anche il vitto a dir loro era pessimo etc. etc. Questo spingeva la gente del posto ad andarsi a curare al Nord. Perfino i calabresi residenti in Svizzera erano della stessa opinione, tant’è vero che anche quelli pensionati che avrebbero voluto tornare al paesello non lo facevano e tuttora non lo fanno per paura della cattiva sanità, (si sa che da anziani abbiamo più bisogno di cure mediche). Ebbene, dopo la mia esperienza ospedaliera nell’OSPEDALE ANNUNZIATA DI COSENZA, è saltata a galla la verità, almeno da quanto ho visto e vissuto io, e cioè che non c’è niente di vero in quelle voci. E a questo punto vorrei spezzare una lancia in favore della sanità in Calabria, e cercare di rompere quel circolo vizioso di MALELINGUE che in questi ultimi anni non hanno fatto altro che denigrare e seminare zizzanie e calunnie senza spesso avere contezza certa. Mi auspico che i calabresi prima di recarsi al nord o addirittura all’estero per farsi curare, di parlare con i nostri medici o chirurghi che siano, poiché loro sono le persone più adatte e competenti per consigliare la cura o l’operazione più giusta al caso, e posso garantire che sono professionisti altamente specializzati e dispostissimi ad ascoltare i problemi e di conseguenza anche a curare o ad operare nel migliore dei modi. Credetemi, io l’ho vissuta di persona la mia prima avventura ospedaliera, ed il caso ha voluto che fosse proprio in Calabria, e devo dire che sono stato contentissimo di averla vissuta qui perché mi ha dato modo di sfatare un FALSO MITO sulla sanità calabrese, e a dimostrazione di questo, dopo aver postato il mio caso su Facebook, molti dei miei amici si sono uniti al coro per elogiare Medici, Chirurghi e Personale dell’OSPEDALE DELL’ANNUNZIATA DI COSENZA non solo nel reparto UROLOGIA, ma anche in diversi altri reparti, questo sta a significare che nell’orchestra dell’ANNUNZIATA “suonano” tutti musicisti di prim’ordine, di conseguenza ne esce una musica bellissima e soprattutto pazienti come me, contenti di aver ascoltato e apprezzato la loro musica, anche se per breve tempo. E ancor di più perché ho avuto modo, grazie ai miei compagni di camera, di poter parlare il dialetto cosentino ché stando all’estero non facevo più da mezzo secolo, e per questo ringrazio in particolare modo due simpaticissimi ottuagenari, Fausto e Romano che, nonostante i loro problemi, hanno contribuito con bellissime storie di vita vissuta a rendere meno noiosa la mia degenza ospedaliera…grazie.
Morale della favola: CURIAMOCI IN CALABRIA, anche qui le menti eccelse non mancano, tenuto conto che al Nord i migliori medici provengono proprio dal Sud dell’Italia, e questo la dice lunga sulla sanità calabrese.
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F.to Leone Cavallaro