Carlo Calenda giorni fa su Twitter ha fatto sapere che il suo modello di riferimento in politica non è Giulio Cesare, casomai è Silla.
Silla, lo ricordiamo, era un aristocratico spiantato erede di una famiglia decaduta, che riuscì ad essere determinante nella guerra contro Giugurta perché convinse un vassallo a ribellarsi contro il suo re. Per prendere il potere combattè senza esclusione di colpi contro il rivale Mario, scatenando una guerra civile. A Porta Collina vinse una battaglia promettendo ai soldati Mariani salva la vita se si fossero arresi, li catturò, li spinse ad uccidere i loro ex commilitoni, poi li radunò al Circo Massimo e li fece scannare, a freddo.
Fece fuori mezzo Senato con le liste di proscrizione, in cui iscrisse non solo i conclamati avversari, ma anche coloro di cui desiderava le ricchezze, e lasciò mano libera in questo ai suoi luogotenenti Crasso e Pompeo, quest’ultimo simpaticamente soprannominato “il giovane macellaio”.
Allevò nelle sue schiere il giovane Catilina, famoso per avergli portato come gentile omaggio la testa di un lontano cugino di Cicerone, che aveva massacrato personalmente.
Privò di ogni potere i tribuni della plebe, abolì di fatto le cariche elettive, e persino il giorno prima di morire fece uccidere a sangue freddo nella sua villa un tizio che aveva osato contraddirlo.
Ecco, non so, ma vederlo prendere come modello da un politico democratico mi fa lo stesso effetto che farebbe vedere Hannibal Lecter come testimonial di un ristorante vegetariano.
Mariangela Vaglio
da: www.galateavaglio.com