La ex-senatrice del M5S Rosa Silvana ABATE, anche dopo l'abbandono del movimento pentastellato, continua a fare, lodevolmente e con la stessa grinta che le viene unanimamente riconosciuta, politica attiva in un settore importantissimo per l'economia calabrese e per l'Italia intera, l'agricoltura. In qualità di Coordinatrice del COPOI (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani) lancia l'allarme su quanto viene deciso dal governo, non sempre in linea con le vere difficoltà che il settore deve obiettivamente affrontare. Di seguito una sua comunicazione riguardante recentissime risoluzioni legislative del governo che dovrebbero essere di sostegno per le aziende agricole. (Antonio M. Cavallaro)
"Ieri molte testate di settore hanno dato la notizia della votazione alla camera dei deputati della legge n. 851-A a prima firma Bergamini, che dovrebbe garantire al fornitore (meglio precisare all’ agricoltore) i costi di produzione.
È necessario, in via preliminare, sottolineare che i prezzi non devono essere assolutamente “minimi” ma il prezzo che deve essere riconosciuto e garantito all’agricoltore deve necessariamente coprire i COSTI DI PRODUZIONE, aggiungendo sicuramente il margine di redditività per le aziende agricole.
Il provvedimento che ieri è stato votato altro non è che una modifica al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198, (con il quale è stata recepito in Italia la direttiva UE 633/2019, in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera dell’ agroalimentare) aggiungendo una specifica sui costi di produzione (richiamati nella direttiva europea) ma nessun vantaggio porterà all’agricoltore, perché sostanzialmente nulla cambia in merito alla tutela e al riconoscimento dei costi di produzione in agricoltura.
Se modifica sostanziale e necessaria si vuole fare al decreto legislativo 198/ 2021 si deve assolutamente abrogare la deroga (incostituzionale) che è stata inserita all’art. 2, comma 1, lettera e) a favore delle cooperative e delle op di cui gli agricoltori sono soci.
Tale deroga alla disciplina relativa alle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare non è presente nella direttiva UE 633/2019, tantomeno nella legge 53/ 2021 ma è stata inserita (con parere contrario dell’ allora commissione agricoltura Senato) nell’atto di governo che ha recepito la diretta europea in questione.
Se veramente si vuole garantire il COSTO DI PRODUZIONE agli agricoltori, sempre più vessati e ridotti in condizioni tali da non consentire più agli stessi di continuare la propria attività, il governo attuale deve assolutamente riconoscere e garantire il COSTO DI PRODUZIONE con urgenza e necessità, quindi con un decreto legge, prevedendo anche delle sanzioni a chi continua ad andare nelle aziende agricole a sottopagare i prodotti.
Naturalmente i costi di produzioni devono essere definiti dall’Ismea, istituto a ciò deputato, e ulteriori dettagli possono essere trovati nel disegno di legge presentato nella scorsa legislatura al Senato, a mia prima firma.
Nel mio disegno di legge ben specificavo la necessità di una legge che garantisca la tutela al primo fondamentale anello delle filiere dell’agricoltura (l’agricoltore) e tutto ciò a costo zero per lo Stato, vale a dire senza necessità di copertura finanziaria.
Tutte le commissioni competenti avevano espresso parere favorevole al mio disegno di legge sul Costo di Produzione, purtroppo l’iter non si è concluso a causa della caduta dell’allora governo.
Mi dispiace quindi concludere considerando che la legge appena approvata alla camera dei deputati nessun vantaggio porterà agli agricoltori, poiché apporta solo qualche criterio alla determinazione dei costo di produzione nel decreto legislativo novembre 2021 n. 198, ma non li tutela e garantisce assolutamente.
La modifica, inoltre non elimina la deroga alle pratiche commerciali sleali prevista a favore delle cooperative e delle op che altro non ha fatto che “annacquare” la direttiva europea 633/2019.
Quindi poco o nulla è cambiato.
Il Costo di Produzione risulta essere la prima richiesta che gli agricoltori, anche nelle proteste ancora in atto, chiedono al governo in carica perché è il primo strumento per scardinare un sistema oramai incancrenito che sta portando alla chiusura di tante aziende agricole.
In qualità di Coordinatrice del Copoi (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani), e in nome del Copoi, auspico e chiedo un dibattito pubblico sull’argomento dando sin d’ora la nostra piena disponibilità."
Rosa Silvana ABATE
Coordinatrice del COPOI
Un recente incontro dei soci del COPOI