La cronaca dell'affondamento del barcone della sinistra italiana richiama alla mente, per analogo raccapriccio, quello avvenuto in mare, nel 1915, del transatlantico Lusitania, gioiello della marina inglese silurato da un sommergibile tedesco.
Anche in questo caso sono pochi i sopravvissuti al disastro.
Scene di terrore narrano di una Boldrini che, presa dal panico, tirando micidiali calci e pugni a donne, bambini e clandestini (ce ne sono sempre a bordo) sopravanzava la fila per saltare a pié pari nella scialuppa di salvataggio, dove, dando dello sporco nero al timoniere di colore, lo obbligava, minacciandolo di espulsione, ad allontanarsi dal relitto senza raccogliere altri disperati.
La Pinotti, ricordano alcuni sopravvissuti, obbligava il Reggimento Fucilieri del Piemonte a formare una zattera umana galleggiante, sulla quale riusciva a mettersi in salvo.
Altri scampati, ricordano Orlando che, arrampicatosi su di un catafalco di tribunale in legno (che il barcone trasportava in Emilia) galleggiante sottobordo, lanciava, in testa a chiunque volesse aggrapparsi al bancone, con estrema precisione e violenza, le pesanti lettere in bronzo dorato formanti la scritta : LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI.
Già distante dal barcone, qualcuno notava Minniti aggrappato alla folta zazzera galleggiante della Fedeli. I due, recuperati da una motovedetta libica, completamente ricoperti d'olio nerastro bruciacchiato, e sentite le sgrammaticate ed incomprensibili spiegazioni della riccia capellona, venivano schedati come migranti clandestini nigeriani e condotti in salvo in un lager posto nell'entroterra desertico sahariano.
Pare che Franceschini, inzeppatosi a forza in un grosso orcio per l'olio, del quarto secolo avanti Cristo, e trasportato dalla corrente, con la sola testa fuori orifizio, sia stato tratto in salvo ed arrestato, per tentata esportazione di beni culturali, da una motovedetta della Guardia di Finanza.
Purtroppo risultano molti dispersi, tra cui D'Alema e Civati.
Il barcone semiaffondato ed all'inesorabile deriva, sembrerebbe essersi trasformato in una tragica riedizione della "Zattera della Medusa", nella quale, una torma di miserabili stracciati ed inferociti, cerca di scannarsi a vicenda senza alcuna pietà.
Sulla terraferma, indifferenti alla tragedia occorsa al largo, Renzi e la Boschi, felici al primo sole primaverile, intonavano:
Felicità,
è tenersi per mano in Parlamento
la felicità,
lo sguardo furbetto in faccia alla gente
la felicità,
è beccar lo stipendio seppure cretini
la felicità.
Maurizio Silenzi Viselli