- Abbiamo realizzato un piccolo sondaggio privato, tramite wahtsapp, tra qualche decina di amici seguaci del nostro sito, riguardante il ventilato rifiuto a far partecipare Israele alla Biennale di Venezia, la domanda laconica é stata semplicemente: “cosa ne pensi”. In molti hanno risposto e li ringraziamo per la loro gradita disponibilità. La maggior parte ha espresso parere contrario all'inizitiva di esclusione di Israele dalla Biennale, come ci aspettavamo; pur con qualche riserva, in generale è prevalsa l'idea che “L’arte e la cultura sono al di sopra di qualsiasi situazione politica e sociale”. Ma leggiamo qualcuna delle risposte, ovviamente non citiamo i nomi degli estensori.
- “…credo che la partecipazione di Israele alla biennale di Venezia sia di grande importanza. La biennale poggia i suoi valori sulla cultura. Io intendo la cultura non solo come acquisizione di conoscenza delle varie aree che la costituiscono, arte, musica, letteratura, architettura, ecc. Io intendo cultura anche un modello di comportamento, di conseguenza non ritengo un atteggiamento adeguato quello di escludere. Credo che non tutti i cittadini di Israele siano dei criminali, sicuramente vi è tra loro una buona parte degna della partecipazione a una così importante manifestazione culturale. La cultura è un'entità superiore, è di tutti anche se in pochi la sanno apprezzare. Cultura è anche convivere con le varie fasi storiche che si susseguono, la cultura non ha responsabilità su ciò che l'uomo commette. Dovranno essere altri tribunali a dare la giusta sentenza per quanto accaduto. La cultura deve dare un esempio: Quello di pace tra i Popoli.”
- “…il mio parere, ti dirò che io sono con i 6.000 artisti che rifiutano “il padiglione del genocidio”. L’arte e la cultura devono promuovere coesione sociale nel senso che devono favorire il benessere della collettività accettando le diversità, rispettando la persona e la propria libertà di espressione, disdegnando ogni forma di violenza. Pieno dissenso, dunque, nei confronti dei paesi responsabili di genocidi e di crimini aberranti contrari al rispetto dei diritti umani.”
- Caro Tonino ritengo che un fossile come la Biennale, e cose simili, non hanno motivo di esistere. "La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri" (Hannah Arendt), cito anche la bellissima poesia di Rodari "La luna di Kiev", il senso sono sicuro che lo capirai:
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.
- Caro Antonio, io penso che Israele ha il diritto di partecipare, la cultura di ogni popolo è sacra.
- Tonino, premetto che non voglio sembrare un nazista, ma é sottomissione accodarsi al mondo della cultura e chiudere la porta della Biennale di Venezia ad Israele. Certo che oggi la suscettibilità di un popolo verso un altro scatta anche per uno sguardo male interpretato. La negazione dei diritti della Palestina non è giusta però sono del parere che non ci si debba privare del contributo degli artisti d’Israele, magari facendoli partecipare a livello personale e non in rappresentanza della nazione.
- Israele sta commettendo tante atrocità....però, forse, non è giusto che venga escluso......
- Non sono mai stato favorevole alle “Conventio ad excludendum” applicata alla politica né tantomeno alla cultura. La mia condanna ad Israele e al suo governo di Estrema destra e GENOCIDA, resta tuttavia netta e senza tentennamenti.
- … io penso che è sbagliato perché i palestinesi non è che sono migliori degli israeliani..... anzi.....
- Non posso credere che curatori e critici d'arte israeliani progettino il “Padiglione della fertilità“ riflettendo sulla maternità contemporanea, mentre Israele ha ucciso più di 12.000 bambini, distrutto strutture mediche...
- La cultura deve essere inclusiva e non escludere quindi né russi né israeliani. Ma soprattutto l'Europa deve essere coerente
- … ritengo che ogni individuo possa partecipare manifestando il proprio dissenso, se lo ritiene necessario, anche in silenzio. La cultura e l'arte ci aiutano a capire, senza gli artisti capaci di toccare corde diverse e quindi di sollecitarci in modo delicato ma deciso ciò non sarebbe possibile. L' arte deve essere espressa e gli/le artisti/e tutti/e devono avere la possibilità di esprimerla, io posso però scegliere di boicottarla e qui sta il mio/nostro potere. La Fallaci ricordo che nel libro dedicato ad Alekos Panagulis "Un Uomo" diceva: In guerra ci vanno i soldati senza i soldati non ci sarebbero guerre.
- Penso che l'arte debba guardare alla bellezza creativa degli artisti partecipanti. Gli artisti israeliani sí. Altre manifestazioni, che coinvolgano direttamente il Governo di quel Paese no! Io ho condannato anche l"esclusione di quella musicista russa dal previsto concerto in Italia.
- C'è chi arriva a togliersi la vita per non essere complice del genocidio dei palestinesi e chi invece è talmente vile da non riuscire a cacciarli a pedate da un evento culturale, per fortuna c'è anche chi ha coraggio da vendere in questo occidente fallito.
- Io personalmente penso che come per gli ebrei la condanna deve passare sempre e comunque attraverso ogni forma di ostruzionismo. Quindi sono d’accordo che ci sia una presa di posizione nei confronti di Israele alla biennale. Ma attenzione!!! Abbiamo tollerato anche che in alcuni stati dell’America ci fosse ancora la pena di morte.L’America democratica. Vorrei sommessamente dire che difronte a certe questioni mai due pesi e due misure.Condanna si. Ma non si risolvono così le questioni dei popoli e della cultura in generale.
- Per me la cultura e l'arte non hanno bandiere...Israele continua a sbagliare con questa guerra ma dall'altra parte mica hanno scherzato. Alla biennale forse forse dovrebbero chiudere parecchi stand. L'artista è un cittadino del mondo !!!!!
- Che è un errore tanto escludere la Russia che Israele. Le chiusure sono sempre negative ed è un controsenso soprattutto in un ambito così elevato come la biennale di Venezia.
- La cultura e le tradizioni sono la storia di un popolo e appartengono a tutte le generazioni di quel popolo e all'umanità. La generazione che sta perpetrando la guerra non può annullare comunque la storia. Anzi la biennale sarebbe un momento di solidarietà a quel popolo, tra l'altro la stirpe di Cristo di per sé già da rispettare. Alle maledizioni mandate al suo popolo per motivi che sfuggono alla povera mente umana ci ha pensato già il creatore.
- In passato sono sempre stata pro-Israele in maniera un po' acritica. Poi ho cercato di entrare più nella questione palestinese e non seguo più il binomio Israele-ebrei, anzi neppure israeliani e governo attuale di estrema destra, un incredibile controsenso. Purtroppo la sopravvivenza politica di Netanyahu l'ha vincolato a perpetrare questa caccia all'ultimo uomo, per il suo potere, non per il bene di nessuno dei due popoli. Trovo che siano una nefanda ipocrisia dei governi occidentali le alleanze e appoggi dovuti a interessi che nulla hanno a che vedere con la democrazia. Però sono contraria a strumentalizzare l'esclusione di un paese da qualunque forma o partecipazione culturale e/o artistica. Non dimentichiamo che all'inizio della guerra in Ucraina in alcune università erano state vietate le lezioni sugli scrittori russi!