Nel mio tinello ho un bellissimo leggio, costruitomi dal caro amico e fine ebanista Maurizio Bianco, sul quale “riposa” a turno, uno dei tre volumi di una vecchia edizione della Bibbia ereditata da mia madre, a sua volta ricevuta da suo padre, mio nonno. Ogni mattina prima di dedicarmi alle incombenze del giorno (poche a dire il vero da quando sono in pensione), leggo una paio di pagine senza un ordine preciso, lasciandomi affascinare dalle bellissime miniature a corredo di quasi ogni pagina. Stamattina mi è capitata un’immagine riguardante il Libro dei Numeri ai versetti 17-21, che potete vedere nella foto e che si riferisce al metodo con cui il Signore scelse la tribù che doveva guidare il popolo d’Israele. Ma penso che sia meglio riportare i versetti biblici:
Mosè parlò agli Israeliti e tutti i loro capi gli diedero un bastone ciascuno, secondo i loro casati paterni, cioè dodici bastoni; il bastone di Aronne era in mezzo ai loro bastoni. Mosè ripose quei bastoni davanti al Signore nella tenda della testimonianza. Il giorno dopo, Mosè entrò nella tenda della testimonianza ed ecco il bastone di Aronne per il casato di Levi era fiorito: aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato mandorle.
Non è mia intenzione fare una dissertazione teologica, chi vorrà approfondire potrà farlo per conto proprio, ma la visione della miniatura e la lettura dei relativi versetti mi fecero ricordare un “fatterello” accadutomi qualche anno fa durante una delle mie visite guidate con un gruppetto di anziani inglesi e che vi voglio raccontare.
Nella nostra regione vi sono un po’ dappertutto nelle campagne delle piante dalle larghe foglie che in primavera producono uno o più steli sui quali nascono delle infiorescenze gialle molto belle, si tratta del Tasso-Barbasso o Verbasco detto anche “Verga di Aronne”. Nella vallata in cui si snoda la strada che da Sibari porta verso Civita nei mesi primaverili ci sono interi campi invasi da questi steli, che accendono la curiosità degli ospiti soprattutto stranieri, curiosità che un accompagnatore-guida deve essere in grado di esaudire, e così mi apprestai a fare sul pullman di quei vecchietti, ma arzilli inglesi. Ovviamente mi dilungai sulle qualità officinali della pianta che veniva utilizzata fra le altre cose anche per i disturbi provocati dalle emorroidi, e quì le domande e le sghignazzate erano di prammatica, ma raccontai anche che vengono chiamate “Verga di Aronne” perché lo stelo pieno di fiorellini fa pensare ad un bastone fiorito simile a quello del fratello di Mosé, Aronne appunto. Non ci furono osservazioni, né io dalla mia postazione, di fianco all’autista, potevo osservare eventuali ghignate o faccine indignate, fatto sta che quando fummo a Civita, l’accompagnatrice di lingua inglese mi tirò da parte e mi disse con fare circospetto che nel gruppo c’era una coppia di esperti biblisti i quali avevano provveduto a distribuire alle mie spalle battute salaci sulla poca veridicità del mio racconto bliblico. Una di queste fu: “typical Italian funny story” ovvero “tipica storiella italiana”, che mi fece andare in bestia.
Non tentai di convincere la seccata accompagnatrice, e mentre lei col gruppo si recò a degustare i prodotti locali in un negozietto, mi recai da un mio amico avvocato e chiesi di poter usare il suo PC col collegamento a internet (i telefonini super moderni di oggi non c’erano ancora), trovai il passo biblico che mi interessava in inglese, lo stampai e raggiunsi i miei vecchietti per le visite programmate.
Quando ritornammo sul pullman, tirai fuori il foglietto e pregai, per usare un’eufemismo, in effetti imposi all’accompagnatrice di leggere il contenuto immediatamente o non avrei fatto partire l’autobus. La signora non era molto entusiasta ma non ebbe via di scampo e mentre io guardavo i due “biblisti” fisso nelle palle degli occhi con un sorrisetto beffardo, lei lesse il seguente testo, che poi è la traduzione di quello succitato in italiano:
“So Moses spoke to the Israelites, and their leaders gave him twelve staffs, one for the leader of each of their ancestral tribes, and Aaron’s staff was among them. 7 Moses placed the staffs before the Lord in the tent of the covenant law.
8 The next day Moses entered the tent and saw that Aaron’s staff, which represented the tribe of Levi, had not only sprouted but had budded, blossomed and produced almonds. 9 Then Moses brought out all the staffs from the Lord’s presence to all the Israelites. They looked at them, and each of the leaders took his own staff.”
La coppia di “esperti” non profferì verbo, ed io dal microfono mi permisi di parodiare la loro beffarda battuta più o meno così: “Sorry, this is not a typical Italian entertaining story, but an Anglican comic joke” ovvero “questa non è una storiella italiana, ma una battuta comica anglicana”.
Così mi presi la rivincita, ma loro non mi vollero più nei giorni seguenti. Beh, le soddisfazioni a volte costano. Durante i 30 anni e passa, trascorsi a far da guida in Calabria e nelle regioni vicine, di “fatterelli” simili me ne sono capitati a bizzeffe, spesso, però, si trattava di “italianuzzi”; e che ci vogliamo fare “la stupidità non ha passaporto”.
Antonio Michele Cavallaro