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Vangelo della VI Domenica di Pasqua - 6 Maggio

gesu-servo-padrone.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,9-17.In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.  Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

 

COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO

Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica

6 Maggio 2018

VI Domenica di Pasqua – B

(At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17)

Ormai il tempo di Pasqua si avvia verso il compimento nell’Ascensione e nella Pentecoste e la Liturgia di questa domenica ci chiede di entrare ancora una volta nel cenacolo per ricevere la consegna rivoluzionaria delle parole di Gesù. Il suo testamento! Si tratta di parole estremamente rivoluzionarie, ma che rischiamo di annacquare e trasformare in canzonette ... se, ad esempio, quando cantiamo “dov’è carità e amore, qui c’è Dio” non ci sentissimo trafiggere il cuore, non avvertissimo la nostra inadeguatezza, non sperimentassimo un po’ di rossore dettato dalla vergogna, esaminando in maniera seria la nostra vita e prendendo atto di quanto poco ci siamo impegnati e ci impegniamo ad amare “come” Gesù!

Sì, perché la carica rivoluzionaria delle parole del Signore, la “novità” del comandamento, non sta nell’amare, ma nell’amare “come” Gesù! È il “come” che deve fare e fa la differenza dell’amore cristiano, nel quale si rende presente l’Amore stesso di Gesù!

Riascoltare, quasi a compimento del tempo di Pasqua, queste parole di Gesù ci aiuta a comprendere che solo chi ama “come” Gesù fa esperienza di risurrezione, inizia a sperimentare già ora la gioia pasquale – “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi”! – e risorgerà nell’ultimo giorno – “e la vostra gioia sia piena”! Dobbiamo perciò considerare attentamente cosa significhi amare “come” Gesù!

La pagina del Vangelo e le due Letture che la precedono ci illuminano a tal riguardo ed evidenziano almeno due caratteristiche del “come” noi siamo amati da Dio in Gesù.

Amare “come” Gesù significa, ad esempio, “amare senza fare preferenze”! San Pietro lo afferma chiaramente nella pagina degli Atti: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga”.

Le parole di Pietro – “sto rendendomi conto” – ci aiutano anche a capire che per arrivare a tale consapevolezza e per trasformare tale consapevolezza in azioni concrete è necessario un cammino, un impegno continuo, è necessario lasciarsi continuamente provocare e scomodare dalla Parola di Dio, abbandonare le proprie convinzioni! Pietro era convinto che solo i circoncisi, solo gli appartenenti al popolo di Israele, fossero chiamati alla grazia del Battesimo, ma si lascia mettere in discussione da Dio, non si trincera dietro le proprie certezze. Si lascia guidare dallo Spirito: “Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo? E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo”.

Amare “come” Gesù significa, ancora, “amare e perdonare, facendo il primo passo”! San Giovanni, nella seconda Lettura, afferma: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio”. Amare “come” Gesù, perciò, deve continuamente portarci ad essere uomini e donne “del primo passo”. Proprio “come” Dio, che ci ha amati per primo! E quante situazioni – dobbiamo ammetterlo con grande onestà! – quanti rapporti, quante relazioni si logorano nel tempo a causa dell’orgoglio ostinato e dell’incapacità di fare il primo passo, perché ci si aspetta sempre che il primo passo lo facciano gli altri! L’Amore di Gesù – come scrive San Paolo nel capitolo 13 della Prima Lettera ai Corinzi – è un amore umile, che “non si gonfia”!

Gesù ci ha amati così – senza preferenze e facendo il primo passo – e ha dato la sua vita per noi! E proprio perché ci ha amati così ha sconfitto per sempre la morte!

Lasciamo che il Signore Gesù converta il nostro amore! Lasciamoci provocare seriamente dal testamento rivoluzionario di Gesù e dall’eco che le sue parole trovano nella Seconda Lettura, un’eco forte, senza mezze misure: “amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. Possiamo noi dire di aver conosciuto, di conoscere veramente Dio? Tutto dipende da “come” ci impegniamo e ci impegneremo ad amare! Aiutaci, Gesù, a lasciarci amare da te e ad amare “come” te! Amen.

(Nell'allegato:  Foglio Informativo Settimanale della Parrocchia di San Giuseppe in Sibari)

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