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Vangelo di Domenica 17 Febbraio 2019

GESU PREDICA.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,17.20-26. - Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»

COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – C

17 febbraio 2018

Il Vangelo che ascoltiamo in questa VI domenica del tempo ordinario è strettamente legato all’episodio che ci è stato presentato nella pagina evangelica di domenica scorsa.

Potremmo dire che oggi ci viene chiesto di tirare le conseguenze, valide per tutti, valide sempre, dall’esperienza di Pietro e degli altri primi discepoli, ascoltata domenica scorsa.

“Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” – aveva chiesto Gesù a Simone.

Gesù, cioè, chiede a quelli della “barca” di Pietro un atto di fede e di fiducia.

La richiesta “folle” di Gesù – folle perché quello non è certo quello il momento opportuno per poter pescare e questo i pescatori lo sapevano bene! – corrisponde in qualche modo alle parole altrettanto folli – anche per noi che le ascoltiamo oggi! – che Gesù pronuncia nell’odierna pagina del Vangelo: “Beati voi, poveri … beati voi, che ora avete fame … beati voi, che ora piangete … beati voi, odiati e disprezzati”.

Come può Gesù chiedere a Simone, dopo una inutile notte di lavoro senza risultati, di prendere il largo e di gettare le reti per la pesca?

Come può Gesù proclamare felici proprio quelle categorie di persone etichettate facilmente come “sfigate”, infelici, sfortunate?

D’altro canto, la prima parte della risposta di Simone evidenzia chiaramente quella logica umana che caratterizza anche noi: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”!

Chissà se le parole di Pietro siano state esattamente quelle riportate dall’Evangelista oppure se abbia utilizzato espressioni come “fuori di testa”, “pazzo”, folle” per rivolgersi a Gesù di Nazaret!

D’altra parte forse noi, ascoltando oggi le beatitudini riportate nel Vangelo secondo Luca, non saremmo portati a pensare – senza magari dirlo per una questione di condegno e di rispetto! – che solo un “pazzo” potrebbe proclamare felici i poveri, i digiuni, coloro che piangono e i perseguitati?

Eppure, già domenica scorsa, attraverso la seconda parte della risposta di Simon Pietro, ci veniva indicata la nuova logica che deva animare la nostra vita di fede: “Ma sulla tua parola getterò le reti”!

Ecco, questa è la questione centrale nella pagina del Vangelo che ascoltiamo oggi: la fede!

Di chi ci fidiamo? In chi confidiamo? Chi è il nostro appoggio? Dove stiamo fondando la casa della nostra vita?

In questa direzione sono particolarmente illuminanti le parole del profeta Geremia, che ascoltiamo nella prima lettura: l’uomo che confida esclusivamente in se stesso o si appoggia solo su altri uomini è un uomo che sta camminando sulla via della sventura. Viene paragonato a un albero che, per vivere ha bisogno d’acqua, ma viene piantato in un luogo arido, in una terra salsedinosa, dov’è impossibile la vita!

Eppure, nonostante la Parola ci ammonisca, quanta fatica facciamo ad invertire la rotta della nostra esistenza!

L’esperienza sovrabbondante, incredibile, di Pietro e degli altri con lui che, fidandosi di Gesù, presero una quantità enorme di pesci, tanto che le reti quasi si rompevano e le barche quasi affondavano, è l’avventura della fede, di chi si fida del Signore, di chi ripone nel Signore la propria fiducia!

Il profeta Geremia paragona coloro che fanno tale esperienza all’albero piantato lungo un corso d’acqua, che non teme quando viene il caldo, le cui foglie restano verdi e che produce continuamente frutti!

E noi di chi ci fidiamo? In chi confidiamo? La maledizione o la benedizione della nostra vita e di coloro che attendono frutti da noi dipende esclusivamente da questo!

Il mondo attende da noi cristiani, dalle nostre comunità di credenti, proprio la testimonianza di tale autentica profezia: vedere da come pensiamo, da come parliamo, da come agiamo e da come ci relazioniamo con gli altri, la testimonianza di chi sperimenta la beatitudine, la felicità, la pienezza della vita e della gioia, proprio perché si è rifugiato, ha confidato, ha creduto solo in Gesù e, proprio per questo, produce continuamente frutti.

Amen.

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