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Creato, Kosmos e Caos

kosmo.jpgArticolo di mons. Vincenzo Bertolone apparso ieri sul Quotidiano di Calabria che riteniamo altamente meritevole di essere diffuso anche tra le centinaia di webnauti che giornalmente si affacciano sul nostro sito, non solo dalla Calabria, ma da tutta la nazione e da molte aree europee e d'oltremare. Il monito che ci giunge è quello che la Chiesa cattolica, con Papa Francesco in primis, lancia al mondo intero in difesa del nostro pianeta ridotto ormai al lumicino. Una lettura che fa riflettere e ripensare il nostro quotidiano agire, affinché ognuno, nel proprio piccolo, assuma la responsabilità di salvare il Creato che Dio ci ha regalato. Buona Lettura (la redazione)

«E il Verbo si fece carne, e ha posto la tenda in mezzo a noi. Era dunque un unico libro, scritto una prima volta dentro e una seconda volta fuori. Prima scritto fuori con la creazione del mondo visibile, e poi con l’incarnazione».

Giocando sul “dentro” e sul “fuori” della creazione e dell’incarnazione, il monaco medievale Ugo di san Vittore illustrava la rilevanza del mondo visibile, ovvero del Creato, mettendola sullostesso livello dell’incarnazione del Verbo. Creato, anziché natura o ambiente. I credenti delle tradizioni giudaica e cristiana, infatti, al termine natura preferiscono quello di creato, in quanto esso rinvia al disegno sapiente e amoroso di un Dio che tutto ha fatto con ordine, sapienza e amore.

Oggi, anche a motivo degli esiti terribili della pandemia, siamo costretti a constatare disordine piuttosto che armonia, caos piuttosto che kosmos. Perfino un minuscolo abitante del biosistema terrestre, un virus “coronato”, rompe l’armonia, fa il salto di specie e infetta centinaia di milioni di esseri umani, in ogni parte del pianeta. Poiché nulla avviene per caso, ci chiediamo legittimamente chi o cosa possa aver fatto “saltare il banco”. Ci rendiamo pienamente conto che l’intervento dell’essere umano sulla natura, anche a motivo degli effetti del peccato originario, invece che dalla cura e dal dovere dellacustodia, risulta dominato da interessi che mirano soltanto allo sfruttamento di tutto quanto è possibile estrarre dal mondo che ci circonda. Il potere e la volontà di dominio del soggetto sono all’origine del cosiddetto “paradigma tecnocratico”, grazie al quale dalla tecnologia (anche biotecnica) deriverebbe ogni soluzione. Questo paradigma sostiene l’idea sciagurata di una crescita infinita e illimitata. in cui l’essere umano avrà sempre la meglio. Un piccolo virus a RNA non sta forse ricordando i limiti del pianeta e, soprattutto, non sta sollecitando a mettere in campo strategie preventive, prima che sia troppo tardi e i processi degenerativi divengano irreversibili?

In molti si domandano se non convenga far prevalere le istanze dello sviluppo e del consumo, anziché quelle della sostenibilità delle scelte. In generale, riteniamo siano da bandire le contrapposizioni tra sviluppo e sostenibilità, crisi ambientale e sociale, dimensione globale e locale. Del superamento di tutte le contrapposizioni ne guadagneranno non soltanto le istituzioni comunitarie ecclesiali, ma anche quelle sociali. In particolare, se ne gioverà il lavoro, forse l’ambito maggiormente colpito dalla pandemia, che ha imposto dolorose fermate e lentissime riprese. Sono particolarmente chiamati in causa esperti di finanza, economia e politica, perché solo un sinergico lavoro di ricerca, sviluppo,sperimentazione, creatività imprenditoriale, e formazione di nuove competenze consentirà una transizione equilibrata dei consumi e soprattutto attenta agli effetti collaterali.

La Chiesa italiana, in sinergia con le Chiese ortodosse e le comunità evangeliche, propone significativamente un tempo per il Creato, a partire dal primo Settembre (Giornata per la custodia del creato) fino al quattro Ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, che chiama sorelle e fratelli il vento, l’acqua, il sole, e madre, la terra. Un mese intero. Un impegno specifico per la salvaguardia e la custodia della nostra casa comune che tutti, particolarmente nella terra di Calabria (giardino naturale in cui i quattro elementi sono stati teorizzati dai filosofi arcaici come le radici di tutto), vogliamo ri-apprendere acustodire e salvaguardare nell’ottica che la Laudato si’ di papa Francesco ha chiamato ecologia integrale.

Le emergenze climatiche, i flussi migratori, le ingiustizie economiche segnalano uno squilibrio evidente nel rapporto tra l’uomo e il pianeta. Un cambiamento significativo può, anzi deve, avvenire dall’assunzione di stili di vita sostenibili. I quattro grandi ambiti della sostenibilità tengono in piedi armonicamente l’intero edificio: l’ambito ambientale, quello sociale, quello culturale e normativo. Persino i consumatori possono scoprire una loro responsabilità morale ogni volta che acquistano una merce o un oggetto, oppure modificano un luogo, un territorio, un micro-habitat.

Tutto questo appare quasi un preludio della 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, prevista per Febbraio 2021 a Taranto: IL PIANETA CHE SPERIAMO, Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso. Insomma, il rilevante tema dell’ambiente, del Creato, della centralità dell’essere umano nel governo, nella custodia, cura e gestione del giardino del pianeta, accompagnerà a lungo tutte le nostre iniziative e progettazioni. I nostri occhi non vengano distolti da questa situazione seria, per molti versi drammatica, i cui segni sono ancora sui tanti volti degli ammalati, ma, in particolare, anche sul volto del Creato, profondamente ferito anch’esso. Non possiamo dimenticare che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità precedenti la pandemia, ogni giorno in Italia 219 morti sono attribuibili a malattie legate all’inquinamento. Gli esperti della Corte europea dei diritti umani, commentando gli ultimi ricorsi disponibili (2016), hanno segnalato i tanti riflessi sanitari dell’inquinamento ambientale cagionato da immissioni di impianti industriali o da emissione di sostanze tossiche rilasciate da siti di discariche illegali sul territorio italiano. Il pianeta che speriamo sarà quello che vogliamo.

bertolone CZ+ P. Vincenzo Bertolone S.d.P.

Arcivescovo di Catanzaro Squillace                                    

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