Sul quotidiano "Repubblica" dello scorso 13 Dicembre è apparso l'articolo di Enzo Bianchi (già priore, nonché fondatore, del monastero di Bose) che ci colpi' prodondamente e che vi proponiamo. Dovrebbe essere letto e meditato da molti cristiani e, soprattutto, da molti sacerdoti e prelati. Ci permettiamo un commento: "Ogni uomo è un mistero irripetibile e non lo si può giudicare con leggerezza, né con criteri generici o riduttivi. La Chiesa Cattolica non può dimenticare che " IL PECCATO" non può essere curato escludendo ma includendo, nessun malato viene allontanato dall'ospedale finché c'é speranza, anche se taluni ESPERTI DI SANITA' l'hanno dimenticato" (La redazione)
La vera chiesa è disadorna
Sono molte le esternazioni di Papa Francesco in diverse occasioni e mai abbiamo conosciuto negli ultimi decenni papi che con semplicità, senza tener conto della tradizionale riservatezza ecclesiastica romana, si esprimessero su temi anche molto delicati. Tra tante parole i media scelgono solo quelle che suscitano audience, che entrano nel dibattito in quanto riguardano temi che interessano direttamente la società.
Alcune altre passano inosservate, proprio quando sarebbero invece intriganti non solo per i credenti ma per tutti quelli che cercano di interrogarsi sull’identità degli altri.
Nel viaggio di ritorno da Cipro e Grecia, sollecitato da un giornalista di Le Monde sugli eventi recenti delle chiese di Francia, il Papa, dopo aver confessato di essere lui stesso come altri vescovi un peccatore, e dopo aver ricordato che la chiesa è stata fondata da Gesù su Pietro, la Roccia rivelatasi un fuscello, rinnegatore di Cristo e menzognero, ha anche detto: «Come mai la chiesa di allora sapeva accettare un vescovo (Pietro) peccatore fino al rinnegamento e all’abbandono di Gesù? Perché era una chiesa normale, abituata a sentirsi peccatrice, sempre, tutti peccatori: era una chiesa umile. Si vede che la nostra chiesa non è abituata ad avere un vescovo peccatore, e facciamo finta di dire: ‘È un santo, il mio vescovo’... No, tutti siamo peccatori!».
Queste parole non vanno lette come un tentativo di praticare l’umiltà, e dicono una verità decisiva che è scomparsa dall’orizzonte delle chiese in questi ultimi secoli. Perché tutti i discorsi ecclesiali concentrati sulla chiesa e impegnati in un’apologetica della chiesa ne hanno prodotto nella coscienza dei cristiani un’immagine distorta: una chiesa immacolata, idealizzata, senza ombre, che pretende di essere maestra di tutta l’umanità. Dunque una chiesa nobile, che brilla per il suo impegno nella carità, che con le sue prerogative merita il dominio, e dunque riceve il plauso e il riconoscimento di tutti, compresi i poteri dominanti che essa frequenta grazie al riconoscimento dei suoi meriti. Questa l’immagine della chiesa sempre sulle altissime labbra ufficiali, inculcata nei credenti ed esibita ai non cristiani. Ma la realtà è che una chiesa così bella e immacolata non è di questo mondo, è nei cieli, come ci rivela l’Apocalisse, e su questa terra la chiesa appare sempre con le rughe (visione di Erma, II secolo), nel suo camminare nel deserto appare sporca, ed è piuttosto una carovana di gente normale, in esilio, ferita e segnata dai propri peccati.
D’altronde se la chiesa appare sfavillante, bella, gloriosa, vestita di porpora e oro – lo dice il Vangelo –, allora abita i palazzi dei re e dei dominatori e – lo dice l’Apocalisse – è seducente come la grande prostituta di Babilonia, che siede e domina tra le genti “adorna d’oro, di pietre preziose e di perle” (Ap 17,4) ..." Non è la chiesa voluta da Cristo, ma l’anti-chiesa!
È veramente insopportabile l’atteggiamento moralistico e ipocrita di chi grida allo scandalo solo perché non guarda a sé stesso, di chi parla tanto di misericordia e la misconosce per far brillare il proprio pallore dovuto a mancanza di passioni e diconvinzioni. Questa è una chiesa che non conosce né Gesù né il Vangelo!
Enzo Bianchi