Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,29-34
In quel tempo 29vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: «Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me». 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo». 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Commento di don Michele Munno
Prima di lasciare il testimone all’Evangelista Matteo, perché ci guidi nella conoscenza del Signore Gesù in questa prima parte di domeniche del tempo ordinario, è ancora l’Evangelista Giovanni ad orientare il nostro sguardo verso Gesù.
E Giovanni lo fa lasciandosi aiutare da una figura che ormai dovrebbe esserci familiare, poiché ha segnato decisamente il nostro cammino durante il tempo d’Avvento e di Natale: Giovanni il Battista.
Il Battista è “un dito puntato verso Gesù”! La grandezza dell’ultimo grande profeta, definito da Gesù stesso come “il più grande dei profeti”, consiste nel mettersi da parte dopo aver indicato Gesù: «“Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Sappiamo dai versetti successivi del Vangelo che alcuni dei discepoli di Giovanni Battista, dopo averlo sentito parlare in quel modo, lo lasciarono per seguire Gesù.
Il Battista, in questo modo, diventa un modello esemplare che ci aiuta a prendere consapevolezza di una terribile malattia, che spesso intacca il nostro cuore e che potremmo definire “autoreferenzialità”. Al centro della nostra vita (e di quella altrui!) non possiamo esserci noi! Al centro dev’esserci necessariamente Gesù.
Di fatto, però, molto spesso noi ci troviamo a parlare di Gesù, i vescovi e i sacerdoti lo predicano, i catechisti e gli operatori pastorali dovrebbero favorirne la conoscenza, lo dovrebbero annunciare, ma in verità, nella triste verità, ci troviamo a “usurparne il posto” nella vita e nel cuore delle persone. Spesso ci è sufficiente essere apprezzati e stimati per ciò che facciamo, per il ruolo che ricopriamo, ma poi non siamo realmente interessati al fatto se i nostri fratelli e le nostre sorelle abbiano realmente incontrato – grazie al nostro essere “dito puntato verso Gesù” (e non verso noi stessi!)! – il Signore, se abbiano o meno deciso di seguirlo, se si sforzino o meno di farlo abitare nelle proprie esistenze e di modellare le proprie scelte alle Sue! La nostra “autoreferenzialità” ci acceca ed acceca, rendendoci tristi, maldicenti, invidiosi, egoisti ed egocentrici! Quanto siamo diversi da Giovanni Battista! In questa seconda domenica del tempo ordinario, lasciamo che le parole di Giovanni, il suo indicarci decisamente Gesù ci provochi e ci sproni!
Ecco l’Agnello di Dio! Queste parole del Battista sono state così importanti per la Comunità cristiana, fin dall’inizio, che sono state recepite dalla Liturgia e inserite in ogni celebrazione eucaristica proprio nel momento che precede la comunione.
Gesù, l’Agnello di Dio, è venuto per farsi carico di tutto il marcio, di tutta la sporcizia, di tutto il peccato che segna le nostre esistenze guastate e le porta verso la morte eterna! Egli si è caricato di tutto, ha versato il suo sangue perché fosse risparmiato il nostro sangue, ha voluto liberamente morire al posto nostro e, con il suo sacrificio, ci ha riscattati.
Ed è Lui, solo Lui, che dobbiamo seguire e, seguendolo, indicarLo agli altri!
Egli solo, infatti, non io, non tu, non una catechista, non un prete, non un vescovo, non un cardinale, non il papa ha il potere di salvarci, ma solo l’Agnello di Dio, solo il Figlio di Dio, che si è fatto peccato ed è morto perché noi riavessimo in Lui la vita vera!
Cosa aspettiamo ancora? Seguiamolo! Amen.