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Pescatori custodi del mare

chiesa-san-francesco-paola-messina-gallery1.jpg Il patrono della gente di mare. «Trattieni i venti e placa le tempeste,/ nell'ora del pericolo distendi/ il Tuo mantello, porta tutti a salvamento./ …Benedici tutti quanti sulla nave per il pane quotidiano, chi attende in fondo al mare nella santa carità». La dolce Preghiera del marinaio al Santo nostro, proclamato da papa Pio XII patrono della gente di mare, ci apre gli occhi su alcuni aspetti del mare nostro, quel mare delle coste emiliane e toscane raggiunte dalla marea di fango della terribile alluvione; quella laguna veneta coloratasi improvvisamente di verde fluorescente. Il Mediterraneo viene ricordato, a noi di Calabria e di Sicilia, dai lunghi viaggi sul mare dell'eremita san Francesco da Paola: non solo la famosa traversata dello Stretto, ma gli spostamenti marittimi dalla Calabria a Bormes in Francia, e, inoltre i tanti episodi di quando egli si serviva di un barcone per trasportare legname da costruzione. Quanti pescatori si portavano all’eremo del Paolano, offrendo del pesce per i suoi frati, o iniziando una tradizione – in parte ancora praticata – come l'offerta del primo tonno a San Francesco, oppure offrendo gratuitamente del pesce ai “figli del Santo”.

Da pescatori a custodi del mare? «State vivendo la vostra giovinezza in un’epoca non facile: la crisi ambientale, poi la pandemia e ora la guerra in Ucraina e le altre guerre... Quando voi sentite che i pescatori di San Benedetto del Tronto in un anno hanno tirato fuori dal mare 12 tonnellate di sporcizia e plastiche e cose così, vedete come non sappiamo custodire l’ambiente». La peculiare curvatura conferita dal Papa all’arte della pesca, in occasione della visita Economy of Francesco (Santa Maria degli Angeli, 24.9.2022), sta trasformando, nell’immaginario cristiano, il ruolo e la funzione della pesca e, soprattutto, dei pescatori: non solo lavoratori che catturano a fini industriali e alimentari il pesce, ma custodi di una delle risorse naturali indispensabili per la salvaguardia ambientale e l’equilibrio-sopravvivenza umana. Potrà realizzarsi tutto questo nella peculiare situazione calabrese? Ricordiamo che, per quanto riguarda la pesca sportiva, nei mari calabri il pescato è ricco di branzini, cernie, merluzzi e naselli. Ricca presenza anche di sgombri e orate, che possono essere portate a casa tramite una licenza di pesca solamente se superino certe dimensioni. Fra i pesci di acqua dolce, sono molto prelibate le trote. C’è anche una piccola presenza di anguille e cavedani, facilmente pescabili con lenza e amo. Per quanto concerne la pesca di altro tipo nelle acque interne (regolamentata dalla Legge Regionale 26.11.2001, n. 29), o nei mari della costiera tirrenica e ionica, la flotta da pesca italiana si caratterizza per una marcata artigianalità, che si associa ad un elevato grado di polivalenza tecnica, maggiormente frequente nei natanti di piccole dimensioni, caratterizzati da limitata capacità di spostamento e quindi maggiormente vincolati alla disponibilità stagionale delle risorse. La Calabria ha comunque una flotta peschereccia importante e da sostenere.

Una Legge per la trasformazione. La legislazione nazionale in vigore si fonda su obiettivi ecologici e marittimi 17 maggio 2022, n. 60 (legge «SalvaMare»), è in vigore dal 25/06/2022, da conoscere e diffondere nell’attuale fase politica di transizione ecologica: risanamento dell'ecosistema marino, promozione dell'economia circolare, sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell'abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi. Sapranno gli enti gestori delle nostre aree protette, le associazioni dei pescatori, le cooperative e le imprese di pesca, la gente, i pescatori stessi diventare finalmente i custodi del mare? L’ISPRA, nel suo Rapporto, ci ricorda che le Regioni con il più basso numero di Registrazioni Emas (Eco-Management and Audit Scheme, uno strumento volontario di certificazione ambientale) risultano ancora: il Molise (12), la Calabria (9); e la Valle D’Aosta. Non bisognerà cambiare modo di vedere, anche favorendo attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell’importanza di queste risorse? L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU: riusciremo a rendere l’Europa-calabrese il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, anche ripulendo il blu profondo dei mari? Vale la pena tenere a mente le parole dello scrittore Giuseppe Berto: «Appena la vidi seppi che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda terra, e qui son venuto a vivere. Sto su un promontorio alto sul mare, è un panorama stupendo. E quando il giorno, dalla punta del mio promontorio, guardo gli scogli e le spiaggette cento metri sotto il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della terra» (Giuseppe Berto, Il male oscuro).

p. Vincenzo Bertolone SdP

Arcivescovo emerito di Catanzaro Squillace       

 

(Questo bel dipinto si trova nella chiesa dedicata a San Francesco di Paola a Messina. Chiesa distrutta ericostruita dopo il terremoto del 1908)

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