"Il coraggio di poter cambiare il mondo
"Oh
Sai che sarebbe bellissimo
Se senza dirlo partissimo
E mi mostrassi di te
Quello che in rete non c’è"
(Parafulmini- Bresh, Ernia, Fabri Fibra)
Carissime/i ragazze/i,
come ogni anno, sul finire dell’estate, penso all’inizio della scuola e mi piace dedicarvi qualche pensiero che sia di buon auspicio per quello che vivrete.
Gli anni della scuola non sono un passaggio dovuto da attraversare in maniera indifferente.
Si riaccendono i motori delle vostre menti mentre girano ancora in testa i motivetti estivi, come Parafulmini che quest’estate ha fatto da tormentone sulle spiagge. Mi piace perché racconta un po’ di ciò che siete: una generazione curiosa, vivace ed intelligente che pretende di più, pretende quello “che in rete non c’è”.
Gli avvenimenti quotidiani di cronaca spesso ci rimandano un’immagine distorta della vostra giovinezza: voi siete di più!
L’idea che alcuni di noi adulti ha di voi è quella di una generazione legata ad uno smartphone, affetti dalla sindrome dell’indifferenza ma dimentichiamo che siete invece figli di quell’irrefrenabile desiderio che passa attraverso i vostri talenti e diventa il senso delle vostre vite.
Mi sono reso conto, frequentando molti di voi giovanissimi, che ad abitarvi è una passione feconda verso tutto ciò che vi circonda, perché si scorge in voi la radice di un desiderio irrefrenabile, quella che Albert Bandura chiamava, nella sua teoria sociale, human agency, cioè agentività umana che è una capacità, spesso innata, di agire in maniera trasformativa, di fare in modo che certi eventi accadano, come certe emozioni, come un certo sentire.
È lontano dai social che acquisite quell’essere verità in cammino che vi porta a riempire di senso le strade del mondo, che vi fa sperimentare il senso generativo della condivisione, che vi fa ballare ai concerti, sulle spiagge e vi spinge ben oltre il diametro del cortile di una scuola.
…E poi arriva settembre.
Ogni settembre porta con sé il profumo della carta, dei libri, della campanella che annuncia la ricreazione e tutto diventa, improvvisamente, la cornice a tratti malinconica, a tratti esaltante, di una stagione che sta passando e di un’altra che si presenta, rispondendo all’appello delle responsabilità.
Ogni settembre è annuncio di nuovi de-sidera, di quella inquietudine che è tensione verso la pienezza.
“Ma avere un desiderio non basta, bisogna passare dal «de-siderare» al «con-siderare» (stare con le stelle), cioè trasformare la distanza in frequentazione, come faceva nell’antichità chi doveva orientarsi per mare o voleva indagare il cielo per capire se gli dei fossero favorevoli a un’impresa. E questo richiede silenzio, tempo e attenzione, vita interiore e azione.”[1]
Allora ecco cosa auguro a voi, ai vostri insegnanti ed a tutta la comunità educativa che vi accompagna, per questo nuovo anno scolastico che inizia:
Con-siderate, come suggerisce D’Avenia, state con le stelle, con i vostri sogni, con i “vorrei”, con l’esserci dell’altro.
Considerate la scuola come l’arena in cui si livellano le diversità in favore dell’accoglienza; considerate la scuola come la palestra della vita che richiede tempo e cura e che non elegge standard esteriori ma valore interiore; considerate il percorso scolastico come quell’inquietudine che vi permetterà di disturbare il mondo con l’intelligenza; considerate i sogni, le ambizioni e l’esperienza come una certezza di senso.
Infine considerate la cultura come il telepass nell’autostrada della realizzazione: vi faciliterà il percorso e vi eviterà ingorghi ai caselli della vita.
Riempitevi di esperienze, desiderate la “pienanza” e non siate mai sazi di quella libertà che è sorella della responsabilità e che si veste di tenerezza, di gentilezza, di guance timide e rosse; riempitevi della vita e delle esperienze dei vostri compagni, di quelli del primo e dell’ultimo banco perché bruciano della vostra stessa passione.
Ricercate sempre il significato di ciò che fate, di ciò che ascoltate, non accontentavi di apprendere nozioni perché non siete “vasi da riempire ma fuochi da accendere”; ricercate il fallimento, auspicatevelo, perché vi rende consapevoli e capaci di crescere, perché non vi fa dormire, perché vi inquieta e, allo stesso tempo, vi fa sentire vivi.
Ricercate innesti di comunità e sentitevi protagonisti di questa realtà educativa che vi costituisce come cittadini ma, ancor prima, come uomini e donne cosmopoliti, cultori di scambi sociali e culturali. Ricercate lo sguardo dei vostri insegnanti nelle cose che fate, tenete a mente i loro insegnamenti, l’amore con cui ve li trasmettono ed la passione che li anima mentre vi accompagnano in questo sorso di vita insieme.
Infine, ricercate Gesù, cercatelo ancora, cercatelo di nuovo. E ricercatelo anche solo nel bisogno, senza la paura di apparire opportunisti, perché vi ascolterà e vi accoglierà. Capirete che la fede è un cammino, un processo, ed è la risposta dell’uomo ragionevole e libero al Dio vivente, che ti cerca. In Gesù troverete le risposte ma anche le domande e per questo vi prego, non smettete mai di fare domande!
Avviatevi verso la “pienanza” che il nuovo anno scolastico promette, abbandonate ansie, paure e perplessità e lanciatevi in una danza del quotidiano gioiosa come un tormentone che vi consenta di perdere mai la speranza di poter cambiare le cose…
“Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, alla fine, lo cambiano davvero”.
Fate domande, cambiate le cose, siate inquieti!
Buon anno scolastico a voi studentesse e studenti ed a tutta la comunità scolastica che vi accompagna.
Vostro
+ Francesco