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Vangelo di Domenica 4 Febbraio 2018

Christ.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,29-39.
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!».
Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – B

4 febbraio 2015

La Liturgia della Parola di domenica scorsa ci presentava il primo segno/miracolo compiuto da Gesù secondo l’Evangelista Marco. Un segno/miracolo che sintetizza tutta la vita/missione di Gesù: liberare/guarire/salvare l’uomo dallo spirito impuro/male.

E Gesù libera/guarisce/salva attraverso la Sua Parola: chi la accoglie viene liberato/guarito/salvato.

La pagina del Vangelo che oggi ci viene proposta segue quel primo segno e ci presenta Gesù che, instancabilmente, si preoccupa di tutti.

La casa in cui si trova Gesù è il centro intorno al quale si raccoglie la comunità: “Tutta la città era riunita davanti alla porta”.

Sarebbe straordinariamente bello se ciò accadesse per ciascuna delle nostre chiese/comunità.

Se nelle nostre chiese, nelle nostre comunità cristiane, fosse sempre chiaramente percepibile la presenza di Gesù, molto probabilmente, anche oggi “tutta la città si riunirebbe davanti alla porta”.

E se ciò non avviene, un vescovo, un parroco, o qualsiasi altro membro della comunità cristiana deve necessariamente chiedersi: sto dando il mio personale contributo perché la presenza di Gesù, nella comunità di cui sono parte, sia chiaramente percepibile, in modo che tutti lo possano incontrare? Oppure sono di ostacolo? Quali atteggiamenti devo cambiare?

La pagina del Vangelo che ascoltiamo ci prospetta anche quale dev’essere il volto della chiesa/comunità in cui si rende chiara la presenza di Gesù.

È una chiesa/comunità chiamata a “parlare a Gesù” dei problemi, delle difficoltà, della “febbre” che blocca, che immobilizza i fratelli e non li rende disponibili al servizio.

È una chiesa/comunità che prolunga in ciò che è e in ciò che fa la presenza del suo Signore!

È particolarmente significativo, infatti, che l’Evangelista Marco inizi col presentare una comunità (quelli della casa di Simone) che “parla a Gesù” e concluda col presentare Gesù in preghiera, che “parla al Padre” (“al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”).

La chiesa/comunità dev’essere il luogo della preghiera! Della preghiera, non delle chiacchiere! Parlare a Gesù! Parlare con Gesù! Parlare come Gesù!

Papa Francesco, in più di una circostanza, ha denunciato il male che le chiacchiere fanno alla chiesa: “Voi non sapete quanto le chiacchiere fanno male, quanto feriscono. Meglio mordersi la lingua: quello ci farà bene: la lingua si gonfia e non si può parlare, così non si possono fare chiacchiere”.

Lo ha detto il Papa, sono parole sue!

Parlare a Gesù e parlare di Gesù, cioè annunciare il Vangelo! La chiesa, una comunità cristiana, ha senso se evangelizza, se annuncia.

Gesù ha chiara la consapevolezza di essere stato inviato per predicare: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto”!

La chiesa ha senso se fa ciò che ha fatto Gesù! Ecco perché Paolo esclama: “Guai a me se non annuncio il Vangelo”!

Guai alla Chiesa se non annunciasse il Vangelo! La Chiesa perderebbe la sua ragion d’essere!

Parlare a Gesù e parlare di Gesù: questo guarisce e salva!

Parlare a Gesù perché l’uomo sia ancora guarito dalla febbre e parlare di Gesù perché l’uomo sia ancora liberato dal demonio!

Che il Signore, Dio della vita, ci risani! Amen.

 

ALLEGATO: FOGLIO INFORMATIVO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE IN SIBARI

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