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Vangelo della Prima Domenica di Quaresima

JESUS FASTING.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,12-15.
Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto
e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva:
«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».

 

 

COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO

I DOMENICA DI QUARESIMA – B

22 febbraio 2015

Con l’austero rito dell’imposizione delle ceneri, mercoledì abbiamo intrapreso il nostro cammino quaresimale. Un cammino per vincere ogni forma di ipocrisia, per togliere quelle “maschere” che spesso ci coprono il volto e ridicolizzano il nostro rapporto con Dio, con gli altri, con noi stessi, impedendoci di essere persone vere, autentiche.

Il cammino per togliere le maschere, però, è faticoso, è un cammino che richiede tempo e impegno costante.

La Quaresima, in questo senso, potrebbe essere una opportunità. Ma non possiamo minimamente pensare che per diventare persone vere, autentiche, siano sufficienti quaranta giorni!

La Quaresima, come ci ricorda la preghiera di colletta, è “segno sacramentale della nostra conversione”. È, cioè, come un cartello stradale che ci indica il cammino, ma non è ancora la meta raggiunta. Ci suggerisce la strada da percorrere, ci dà alcune indicazioni, ma è un cammino che dura tutta la vita.

Ed è un cammino che, necessariamente, deve durare tutta la vita perché di conversione abbiamo e avremo continuamente bisogno!

Mai, mai sentirsi arrivati! Dobbiamo sempre avere coscienza dei nostri limiti, dei nostri difetti, dei nostri peccati ... e mai nasconderli, mai mascherarli! Saremmo dei meschini e insoddisfatti teatranti!

Quello della Quaresima - quello della nostra continua conversione - è un cammino che necessita di tempi e di spazi.

Il “deserto” – a cui fa riferimento la pagina del Vangelo – potrebbe essere un luogo particolarmente adatto per prendere coscienza delle nostre miserie.

Spesso, tuttavia, ci capita di fuggire il deserto, di rifiutare il silenzio. Siamo incapaci di abitare spazi di solitudine.

Alla solitudine, invece, spesso sostituiamo l’isolamento, per nasconderci e mascherarci meglio nel mondo virtuale.

Ci accontentiamo di un “I like”, di un “mi piace”, dato alla nostra maschera, e ci sentiamo momentaneamente appagati. Poi, appena passa la sensazione di appagamento, mettiamo una “nuova maschera” e attendiamo altrettanti consensi. E sfuggiamo l’unica cosa necessaria che può aiutarci a vivere nella verità e nella libertà vera!

Quanto sarebbe opportuno, invece, abitare gli spazi di deserto e i tempi della solitudine accompagnati dalla Parola di Dio!

Nella preghiera di colletta abbiamo chiesto di poter approfittare del tempo della Quaresima per “crescere nella conoscenza del mistero di Cristo”. La via maestra per crescere in questa conoscenza è la lettura attenta, meditata, continua del Vangelo, il nostro “pane quotidiano”! Solo Gesù, infatti, ci rivela il nostro vero volto. Solo Lui ci permettere di venire allo scoperto, di uscire dai nascondigli dell’ipocrisia.

Se il nostro digiuno quaresimale fosse un tempo tolto alla tavola del “pane” per lasciarci nutrire da “ogni Parola che esce dalla bocca di Dio” allora questo tempo sarebbe davvero un “tempo di grazia”

Solo da qui può nascere la testimonianza autentica, solo qui si innesca quella dinamica che ci porta, come abbiamo pregato ancora nella colletta, a “testimoniarlo con una degna condotta di vita”.

Che questa Quaresima sia un tempo per ricercare il deserto, per abitare la solitudine, per accettare i nostri limiti, per lasciarci parlare e amare da Dio per quello che siamo e per reimparare ad amare gli altri, non in funzione di noi stessi e dei nostri interessi, ma per come sono e per quello che sono!

Solo l’Amore di Cristo può renderci migliori! Amen.

 

NELL'ALLEGATO IL FOGLIO INFORMATIVO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE IN SIBARI (CS)

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