(foto d'epoca: Giovanni FEMIA, l'assassino) Il 2 settembre del 2012, pubblicammo sul sito sibari.info (oggi ancora on line come archivio) il resoconto di un efferato delitto avvenuto a Cassano nel lontano 1906 durante lo svolgimento della famosa “Fiera di Cassano”. Lo riproponiamo all’attenzione dei lettori del nostro portale perché sembra che il ricordo della triste vicenda, che causò la morte di un maresciallo dei carabinieri, sia quasi “fastidioso”; chissà, forse perché dagli atti del processo risultò la possibilità che l’omicidio fosse stato premeditato, organizzato ed eseguito su mandato della locale malavita, anche se l’autore materiale, poi condannato, fu un “forestiero di passaggio”, come si volle far credere, e non appositamente venuto per il tristo incarico. Nel seguito la breve nota che pubblicammo 8 anni fa con qualche piccolo ma opportuno aggiustamento.
“Il Primo Settembre del 1906, esattamente 114 anni fa, a Cassano avveniva un atroce fatto di sangue proprio durante lo svolgimento dell'allora importantissima "Fiera di Cassano". Manifestazione che fino a qualche decennio fa costituiva un momento importantissimo per i contadini e gli allevatori che approfittavano di quei tre giorni per acquistare o vendere soprattutto gli animali utili per l'allevamento e per il lavoro. L'ucciso fu il maresciallo dei Carabinieri Reali Demetrio Cardea, comandante della locale stazione dell'Arma. L’autore materiale del delitto, come ricordavamo, fu un certo Giovanni Femia, originario della provincia di Reggio Calabria, così come la vittima.
Ricordiamo che sulla facciata dell'edificio che ospitava la caserma e che era sito sul corso Garibaldi, più o meno all'altezza dell'attuale edicola, esisteva una lapide marmorea con cui si commemorava il tremendo avvenimento che era stato fatale all'eroico sott'ufficiale. Tramite un amico siamo riusciti ad avere un fascicoletto nel quale viene raccontato l'episodio con dovizia di particolari che consta di diverse pagine e che trovate nell’allegato.
(foto: La lapide che era affissa sulla facciata del palazzo che ospitava fino agli anni '70 la Caserma dei carabinieri di Cassano)
Nell'attesa di poter dare ulteriori notizie riguardo alla lapide affissa sulla facciata della vecchia caserma di Cassano sul centralissimo corso Garibaldi a ricordo del triste evento, pubblichiamo per intero il fascicoletto che ci è stato fornito dall'amico Peppino Martire, che ringraziamo ancora una volta per la sempre squisita disponibilità. Il Fascicoletto in questione è stato stampato a Castrovillari, curato da Angelo Filomia, ricercatore attento che ha riportato i casi giudiziari più eclatanti dibattuti presso il tribunale di quella città negli ultimi 500 anni. Una pubblicazione di cui ormai si trovano rarissime copie, una delle quali, per nostra fortuna, nelle mani dell'amico precedentemente citato. Il fascicoletto deve essere stato pubblicato presumibilmente alla fine degli anni '50.
Intanto ci permettiamo di chiedere alle autorità civili e militari che la lapide (sappiamo che esiste ancora) venga collocata in un luogo idoneo e in vista, affinché il ricordo di quell'efferato delitto, deprecato dall'intera popolazione cassanese, non venga definitivamente a cadere nell'oblio.
L'edificio è stato abbattuto e si trovava più o meno tra l'attuale sede della Banca Carime e l'edicola in Corso Garibaldi. Successivamente è stato eretto il palazzo che oggi ospita appunto i locali della predetta banca. Nella lapide le autorità cassanesi dell'epoca vollero mettere in evidenza la costernazione della cittadinanza e l'estraneità della malavita cassanese (mano esotica) , cosa di cui, a distanza di anni, non si è ancora completamente convinti, come si arguisce leggendo l'allegato".
Antonio M. Cavallaro