(Fig.: Ettore saluta Andromaca e il figlioletto Astianatte)
Buongiorno, ierisera stimolato da un'amica sono andato a spulciare dei vecchi libri di scuola e, si sa i vecchietti ricordano bene le cose del passato, mi sono venute in mente le lezioni riguardanti Omero e l'Iliade del mitico e indimenticabile prof. Gaetani delle medie, detto "il tragico" per il suo modo ispirato di declamare i versi omerici: noi bambini di 11/12 anni eravamo estasiati dalla sua voce nasale, ben impostata mentre passeggiava fra i banchi . Ho lasciato i libri e sono andato sul web a cercare qualche immagine e un testo magari "poco classico" che ravvivasse la mia memoria. Così mi sono imbattuto in questa breve nota dell'impareggiabile Mariangela Vaglio, dallo pseudonimo bellissimo "Galatea" ed ho pensato di proporlo alla mia amica ed ai miei lettori. Spero possa essere gradito quanto lo é stato per me. (Tonino Cavallaro)
Del perché Omero è un grande sceneggiatore.
Capisci che Omero netflix se la mangia a colazione quando rileggi il libro VI dell’Iliade. Quello che conosciamo tutti (o dovremmo conoscere) per l’episodio di Ettore e Andromaca, che fa piangere come una fontana anche chi è senza cuore.
Pochi però ricordano che alcuni versi prima, Ettore va a casa di Paride, in cerca del fratello che è scappato durante la battaglia, salvato da Afrodite quando Menelao stava per farlo a fette. Solo che a casa non incontra il fratello, ma Elena, che ha visto l’amante squagliarsela ed è imbarazzata per lui. Elena, diciamolo, con Ettore ci prova. Lo blandisce, lo adula, gli dice che il fratello purtroppo è un pappa molle e lascia capire che a lei non dispiacerebbe un vero uomo come lui (e daje torto, porella!) e quando capisce che non attacca, finisce la conversazione dicendogli che entrambi sono destinati ad essere cantati in eterno. Il che, per altro, è pure un bel modo per Omero per ricordare quanto è bravo lui come poeta.
Dopo abbiamo la scena con Andromaca, perché Ettore, senza aver nemmeno filato di striscio la bella Elena, va in cerca di moglie e figlio. Ora, diciamocelo: se uno sceneggiatore vuole costruire un personaggio di eroe “eroico” ma anche innegabilmente strappa mutande (perdonatemi il termine, ma a quel punto non c’è donna - e pure uomo - che non le tirerebbe a Ettore) tecnicamente è difficile immaginare un climax costruito meglio: rifiuti la mangiauomini Elena, vai in cerca della moglie Andromaca, coccoli il figlio in quella che è la scena più dolce mai scritta in letteratura, dimostrando di essere pure il più tenero dei papà e poi però rispondi al richiamo del dovere e nonostante tua moglie te lo chieda vai in battaglia, anche se sospetti che morirai. Raga', credetemi: non si può fare di meglio.
Avete capito perché gli americani alle scuole di scrittura fanno leggere i classici greci? Perché Omero non si batte, punto.
Mariangela "Galatea" Vaglio