Ricorderete il famoso film "Giro del mondo in 80 giorni", interpretato da David Niven e liberamente tratto dal romanzo di Jules Verne.
Il libro, scritto nel 1872, ed il film, girato nel 1956, narrano la storia della scommessa, con amici del suo club londinese, di un gentiluomo inglese che si diceva capace di fare il giro del mondo in 80 giorni.
Il signor Phileas Fogg (così si chiamava) riesce nell'impresa con il suo maggiordomo Passepartout, portandosi alla fine appresso anche la principessa Auda (interpretata da Shirley MacLaine) che sposerà.
Le difficoltà dell'avventuroso viaggio sono espresse da quelli che erano all'epoca i mezzi di trasporto e comunicazione.
Comunicazioni con telegrafo ed alfabeto Morse, e voli solo dal 1783, quando i fratelli Mongolfier si alzarono da terra a Parigi con un pallone ad aria calda.
Oggi, nel 2018, l'Italia della crisi di governo, utilizza i stessi tempi e modi di quando si avevano a disposizione solo telegrafo e mongolfiere.
Un monarca asserragliato nel suo castello quirinalizio, in cima ad uno dei sette colli romani, convoca i suoi vassalli, guardato a vista da alti gendarmi in uniforme d'epoca (corazzieri) per svolgere consultazioni (riservate e misteriose) sulla possibilità di concedere la formazione di un governo (che giurerà nelle sue mani) composto da suoi incaricati.
Per farla breve, operazioni che potrebbero svolgersi, grazie a telefoni cellulari, video conferenza, lettura in tempo reale sul web delle dichiarazioni fatte dai rappresentanti eletti dal popolo (considerato "bue"), nel tempo massimo di una giornata nemmeno troppo affannata, finiscono per richiedere, senza ancora nessun risultato, 60 giorni.
Possiamo prevedere, visto il protrarsi dell'arcaico rituale, che forse, per vedere la luce, non basteranno nemmeno i famosi 80 giorni del viaggio descritto da Verne.
C'è da dire che anche i vassalli, da par loro, malgrado la conosciuta invenzione delle automobili, si recano dal monarca, pur con, tacchi 12 (le vassalle), sanpietrini, buche nel fondo stradale, e, ultimo ma non ultimo, percorso in salita verso l'alto e prestigioso colle, penosamente ed umilmente a piedi!
Ed ecco quindi, inesorabilmente a seguire, che, l'Italia tutta, con i suoi disoccupati cronici e poveri allampanati, pur dotata di supersonici F35 nuovi di zecca (Zecca relegata a coniare lire farlocche spacciate in tv ai beccaccioni dal mio ex compagno di scuola Dapporto), galleggia beotamente, leggiadramente sdraiata nel cestello di un pallone gonfio di aria fritta, e quindi ben calda, portata chissà dove, da venti casuali, nel cielo del mondo.
"Adieu, adieu, adieu, adieu, addiiio al mondo, ai ricordi del passato, ad un sogno mai sognato..." A qualcosa che c'è stato, e mai più ritorneraaa. Zum, zum.
Maurizio Silenzi Viselli