Un primo sospiro di sollievo ho tirato ieri quando in TV ho visto quella grande folla partecipare a Locri alla manifestazione contro la ‘ndrangheta, a chi non lo sapesse ricordo che la mia famiglia proviene dalla locride esattamente da Bianco e mia nonna era nata a San Luca. Da quelle parti ho trascorso della magnifiche estati negli anni della mia fanciullezza ed essendo mio padre uno “sbirro”, mio fratello ed io venivamo tenuti a distanza dai nostri coetanei. Che il popolo calabrese cominci finalmente a capire che bisogna essere uniti contro il malaffare, è un segno importante dal quale può venire la spinta decisiva per debellare questo cancro nella nostra società. Anche Cassano ha partecipato all'evento ed in coda alla presente nota pubblichiamo il Comunicato Stampa diffuso dal sindaco Papasso.
Il secondo sospiro, non solo di sollievo, ma anche di gioia, mi è venuto spontaneo quando ho letto la breve nota di mons. Francesco Savino riguardante la - da me paventata - sua partenza da Cassano, con la quale afferma che NON LASCERA’ LA NOSTRA DIOCESI. Lo ringrazio di cuore e, onestamente devo dire, non credevo che l’ipotesi da me ventilata, tra l’altro in forma dubitativa, potesse suscitare tutto questo scalpore.
Certo avrei potuto tenere per me l'indiscrezione (circolante tra l’altro da qualche settimana anche a Cassano e suffragata poi da una mia fonte romana ), ma chi mi conosce sa che sono schietto e la cosa non mi andava giù, ringrazio mons. Savino per aver dato alla mia noterella un’importanza che certamente non meritava, ma lo ringrazio ancor di più perché con la sua dichiarazione ha certamente dato maggior sprone ai collaboratori e a tutta la Chiesa di Cassano che segue con attenzione la sua inarrestabile e diuturna azione di “seminatore” e che ora saranno più sicuri di averlo ancora durante la fase della “concimazione” e del “raccolto”.
Le sue grandi doti di affabulatore (a proposito per tranquillizzare chi ha preso fischi per fiaschi, per me il termine ha il significato di “abile narratore, che sa parlare o scrivere in modo piacevole e accattivante”) , sono solo il viatico importante per poter successivamente, progettare e realizzare quelle azioni che porteranno frutti copiosi nel cammino di Fede, Speranza e Carità della nostra Diocesi, così come ha ampiamente dimostrato di saper fare nella sua Bitonto. La sua permanenza, speriamo lunga, da noi è una garanzia di sicuro successo.
Antonio Michele Cavallaro
PS: Con rammarico non posso aderire alla richiesta di mons. Savino di fornire indicazioni sulla fonte romana perchè anche le informazioni che di solito diffondo attraverso il mio sito si basano spesso su fonti informative per le quali assicuro sempre la massima riservatezza. La riservatezza per me ha un valore deontologico, purchè non si scada nella diffamazione.
COMUNICATO STAMPA
La partecipazione oggi a Locri da parte della città di Cassano All’Ionio non poteva che essere totale. Come amministrazione comunale abbiamo predisposto due pullman: uno destinato, prevalentemente, alle rappresentanze degli studenti, il secondo per cittadini, amministratori e portavoce di associazioni.
Cassano, senza se e senza ma, sta dalla parte dei cittadini di Locri, dalla parte di Mons.Oliva, di don Luigi Ciotti, dell’associazione Libera contro tutte le mafie e di quanti si battono per il riscatto, il rinnovamento, la legalità e contro la ndrangheta, ogni forma di criminalità e di violenza. Siamo vicini a don Ciotti per il vile atto subito chiaramente di matrice intimidatoria e lo esortiamo ad andare sempre e comunque avanti. Don Luigi ha fatto della sua vita una missione di evangelizzazione contro il malaffare e la sta portando avanti con tutto il cuore e tutta l’anima. Così come hanno fatto, prima di lui, nel corso della storia per don Pino Puglisi e don Peppe Diana che hanno pagato il prezzo della contrapposizione alla camorra e alla mafia con la loro vita.
Le migliaia di persone che sono accorse qui a Locri, oggi, stanno a testimoniare la piena adesione dell’Italia a questa iniziativa di istituire ogni anno la giornata per il ricordo delle vittime innocenti di mafia, e, rimarca la volontà della gente perbene di Calabria di dire, con convinzione, NO al malaffare, al qualunquismo, alla criminalità organizzata.
La data del 21 marzo non cade a caso. È il giorno del risveglio della vita, del passaggio dal gelo dell’inverno al tepore della primavera. Lo stesso tepore che deve far nascere nelle coscienze di noi amministratori in primo luogo e poi nei cittadini il ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, rinnovando in nome e per conto di quelle vittime l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata. È un nostro dovere di amministratori. A loro lo dobbiamo!”
È si la giornata della memoria, del ricordo. Ma è soprattutto la giornata dell’impegno affinché questa piaga venga combattuta e finalmente debellata. Fare memoria senza un impegno concreto significa solo celebrare. E di celebrazioni che finiscono in bolle di sapone non ne abbiamo più bisogno. Per dirla con le parole del Giudice Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia (primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”
Come amministratori e come uomini siamo impegnati a far fiorire quelle realtà positive, che ci sono e sono tante, che si impegnano per produrre la speranza.
Il nostro impegno è costante e continuo a contrastare la mafia e ogni forma di violenza e devianza che da essa può derivare e si può insidiare in un tessuto sociale. Cassano, in questa occasione, come ogni volta che è chiamata a dire No ad ogni forma di violenza, dimostra di voler essere al fianco dei deboli e delle Stato combattendo in prima linea contro i soprusi e contro l’illegalità. Mi auguro che questa giornata del 21 marzo possa essere la primavera del riscatto e della riscossa per i più deboli, per poter combattere e trovare una soluzione per debellare la ‘ndrangheta riuscendo a garantire l’affermazione della legalità e dello Stato. Ora che torneremo nelle nostre case, al nostro lavori, presso le nostre famiglie, e noi amministratori torneremo nei Palazzi comunali avremo sulle spalle il peso delle parole di don Ciotti, dei nomi letti qui oggi delle vittime innocenti di mafia. Avremo la responsabilità di far credere che non siano morti invano ma che dal loro sacrificio sia venuta fuori la spinta centrifuga forte e decisa a dire ancora una volta No, Basta, la Calabria, il Meridione è una terra bella e non può essere sporcata da un simile, brutto fenomeno.
Bisogna sottolineare” dice Papasso “non solo simbolicamente, che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del «noi» non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze.
Ufficio Stampa del Sindaco Papasso