Sulla presenza di ferriti di zinco interrate nel territorio della sibaritide si è scritto e detto molto, si è detto e scritto anche che i siti inquinati sono stati completamente bonificati, al riguardo ci fu una conferenza stampa congiunta dei comuni di Cassano e Cerchiara qualche anno addietro durante la quale i rispettivi sindaci dell'epoca, Papasso e Carlomagno comunicarono al mondo intero che non vi era più traccia di ferriti nei luoghi sotto osservazione. La società Sindial, ritenuta colpevole dagli inquirenti, versò diversi milioncini alle due amministrazioni a titolo di risarcimento dei danni ambientali subiti. Cassano ricevette circa € 4,7 Mio, che l'amministrazione sciolta più tardi per sospette infiltrazioni mafiose, pensò bene di sperperare in una serie di interventi a pioggia che nulla avevano a che fare col danno gravissimo provocato all'ambiente. Ora il problema ritorna più che mai d'attualità sollevato dall'osservazione dell'aumento notevole di casi di tumori riconducibili proprio alle maledette ferriti. La nota che trovate nell'allegato a firma dell'ing. Francesco Gallo, spiega ampiamente la gravissima situazione in cui versa il nostro territorio e poichè all'appello, oltre ai quantitativi di materiale inquinante monitorati nei siti conosciuti, mancano diverse migliaia di tonnellate che non si sa dove siano finite, è lecito pensare che ci siano molti altri siti, ancora non conosciuti, da scoprire e da bonificare.
Si vocifera che alcune importanti imprese di costruzione dell'area ionica, sibarita e crotonese, abbiano utilizzato quei materiali cancerogeni per riempimenti di fondazioni finanche nella realizzazione di opere pubbliche, scuole, chiese, parcheggi per non parlare di interi caseggiati, se questo dovesse rispondere al vero, sarebbe veramente sconvolgente pensare che i nostri figli e noi stessi a scuola, in preghiera o nel parcheggio di casa stiano "allegramente" calpestando un'autentica bomba ad orologeria.
Antonio Michele Cavallaro