I presenti giorni tetri, infestati dal male, hanno fatto piombare nella paura più totale molti di noi.
Per la prima volta nella storia dell'Occidente , come mai successo nemmeno in guerra e in altre epidemie avvenute nel corso dei secoli, i riti civili e religiosi, i saluti, gli abbracci e altre varie espressioni dell'umanità, che erano parte della nostra essenza umana, sono state messe da parte da tutti noi per necessità.
È sufficiente leggere qualche riga del proemio del Decameron di Boccaccio per vedere come le chiese , già a quel tempo, senza consultare o studiare decreti e ricerche scientifiche , avessero limitato e ridotto le cerimonie pubbliche e abbreviato messe ed esequie. Oggi dopo più di due mesi , nonostante il tempo trascorso dalla stesura di quest' opera sia tanto , pare che i classici, coloro che sono MAGISTRI VITAE non ci abbiano insegnato nulla.
Imperterriti continuano i dibattiti religiosi e civili per cercare di capire cosa sia giusto fare o meno . Ma a volte basterebbe utilizzare il buon senso per giungere alla giusta soluzione . La conferenza Episcopale Italiana nel documento redatto nei giorni passati , chiede al governo forse con toni troppo accesi , di progettare in breve tempi la riapertura delle chiese e dare spazio ai fedeli di manifestare la propria fede . La CEI se ben pensiamo non ha tutti i torti: come mai è stato possibile accettare un protocollo per la celebrazione delle esequie in sicurezza e non per le Messe? Evidentemente oggi i bisogni spirituali non sono considerati neppure una seconda necessità. In questo periodo sembra ormai più chiaro comprendere che i valori sono stati completamente rimossi . La nostra premura è che siano aperti i negozi alimentari, ritenuti di prima necessità e che garantiscano il loro servizio anche i tabaccai , i quali soddisfano i nostri vizi e le nostre esigenze materiali . Ma dello Spirito nessuno si dispiace , nessuno si preoccupa o si industria a trovare la giusta soluzione . Come avranno vissuto tutte quelle persone che non hanno potuto onorare i loro defunti con l'esequie? Qual è lo stato d'animo dei nostri anziani, ancora sani portatori di valori, a cui da mesi è negata la sacra Comunione? Basti pensare, ritornando alla storia antica , che diverse testimonianze raccontano di sacerdoti a cui era permesso distribuire la comunione utilizzando speciali pinze lunghe un metro , oltre che organizzare processioni per evitare l' avanzamento del morbo.
Oggi invece , il paradosso è che se un sacerdote esce dalla sacrestia per fare una cosa del genere rischia di essere multato. Tutti siamo impegnati a cercare l'untore, a fare invettive nei confronti dei politici ma nessuno ricorda più cosa sia la fratellanza. Oggi ho capito quanto sia bene recitata la farsa che mettiamo in scena quotidianamente, quella in cui insegniamo ai più piccoli che la cultura è essenziale, che bisogna far valere il proprio pensiero e che bisogna lottare. Noi non facciamo nulla di tutto questo e ancora una volta dopo più di 2000 anni ci fidiamo di tutti tranne che di Cristo. E seppur è vero che Cristo si può pregare ovunque e in ogni momento, non sarebbe più giusto ridare ai sacerdoti la loro dignità e ai fedeli la gioia di ricevere i Sacramenti , rispettando senza dubbio le norme anticontagio?
Martina SIMONE