Giusto per ricordarlo ai tanti che vorrebbero avere la supremazia di una categoria di persone su di un'altra, di un'etnia su di un'altra, di una religione su di un'altra, di una regione su di un'altra e infine per ricordarlo a noi stessi affinché non si dimentichi che per arrivare a quella dichiarazione ci sono voluti millenni e milioni di morti.
26 agosto 1789: Emanata la dichiarazione sui diritti dell’uomo: «Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune». Recita così il 1° articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, emanata dall’Assemblea costituente in risposta alle istanze del popolo francese, esposte nei famosi cahiers de doleances, in favore di una società più equa, ispirata ai principi illuministi. Ideato su modello della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) e rielaborato su un primo testo presentato dal marchese La Fayette, il documento contiene i principi fondamentali che regolano il rapporto tra istituzioni e cittadini. Primo per importanza è il principio di uguaglianza di fronte alla giustizia, agli impieghi pubblici e al fisco, che scrive la parola fine ai privilegi e agli abusi delle classi più elevate. Altro diritto basilare riconosciuto a tutti i cittadini è la libertà di pensiero, d'opinione, di stampa, d'espressione unitamente al diritto alla proprietà, ritenuta sacra e inviolabile. Il contenuto della Dichiarazione ispirerà le carte costituzionali di numerose nazioni, partendo ovviamente dalla Francia (1791). Sarà poi ripreso a grandi linee nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948. Inoltre, dal 2003 è inserito dall’Unesco nell’Elenco delle Memorie del Mondo.