Il Mezzogiorno e la Calabria nelle mani di pochi. Il popolo è oramai stanco di una politica chiacchierona, di finti litigi e battibecchi continui.
La corruzione, il malaffare continuano a farla da padrona e solo grazie al lavoro del Procuratore Nicola Gratteri si sta ponendo un argine al dilagare di pratiche che imbarbariscono le istituzioni e il tessuto sociale.
Con la crisi economica e finanziaria di questi ultimi anni hanno chiuso molte attività artigianali, commerciali, agricole e il lavoro nero è aumentato a dismisura. A pesare, ancora una volta, dal 2008 ad oggi il settore manifatturiero: al Sud ha perso il 34,8% del proprio Prodotto, e ha più che dimezzato gli investimenti (- 59,3%)
I nostri giovani non riescono più a trovare lavoro ed emigrano come i nostri nonni e i nostri padri. I lavori occasionali di tre mesi o di sei mesi non risolvono il problema. Ricordo che i nostri giovani figli vogliono un lavoro stabile, non precario.
Una situazione che Svimez nel 2015 così fotografava: “Il Sud è oramai a forte rischio desertificazione industriale, con la conseguenza che l’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all’area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sviluppo permanente”. L’attenzione sul Mezzogiorno è “marginale” la spesa dei fondi europei “è ancora al palo”.
Oltre al tessuto economico, preoccupa la situazione demografica: “Nel 2017 al Sud si sono registrate solo 174 mila nascite, livello al minimo storico registrato oltre 150 ani fa, durante l’Unità d’Italia”, con conseguenze drammatiche, il Sud sarà interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle proporzioni imprevedibili.
Anche l’opportunità che arriva dal decreto per il Sud che rilancia le “Zes”, zone economiche speciali, al fine di attrarre investitori, in Calabria è stata trasformata nella fiera delle vacche e dei bovini. Le Zes previste in Calabria sono solo due. La Locride la rivendica, l’area Catanzaro – Crotone - Lamezia fa altrettanto, Gioia Tauro storia a sé e dulcis in fundo l’idea lanciata da un ex assessore regionale per il porto di Corigliano.
Insomma, si prospetta una battaglia tra i territori in Calabria dall’esito incerto in una Regione “affamata” di lavoro si traduce in occasione di occupare nuove fette di potere politico.
Dunque una guerra di potere, combattuta a suon di pressioni politiche che ovviamente non risparmierà nessuno.
Francesco Garofalo