arriva l’ispirazione
inattesa
all’improvviso
sempre prepotente
io sto dormendo.
un’altra notte
di dolore
e la sveglia
ha suonato inutilmente.
cerca di accarezzarmi
teneramente
io non la sento.
su 30 cm di polvere
accumulata nei secoli passati
sopra quel pezzo di legno
accanto al letto
che io chiamo comodino
mi lascia tutte le istruzioni
e un appunto scritto a mano
con inchiostro verde
qualche parola
è sottolineata in rosso.
Quando mi sveglio
un altro cerotto
a base di papavero
e leggo tutto
appunto e istruzioni scritte a macchina
da scrivere.
ero venuta per portarti
i tuoi versi più belli
ma tu dormivi
come un animale
ferito dal mondo
e dalla vita.
questo è vero
dico a lei che non può sentirmi
e tento di dormire ancora
i versi più belli
li rimandiamo a un’altra volta
e se i versi erano davvero
belli
me ne porterai altri migliori.
chiudo gli occhi
chiudo l’interruttore
del sole e della luna
mi sono confuso
se è notte o giorno
non lo so più.
sogno il deserto
un corpo fatto di ossa
e degli ultimi ricordi
della pelle,
quando li riapro
stanco come il sonno
piove sabbia e sangue
e qualche foglia antica
e scrivo
scrivo sul retro di quei fogli
scrivo parole
che dovrebbero avere un’anima
e un corpo
e quando decido
di smettere
la polvere del comodino accanto
ha nascosto le parole più belle
della vita mia
scritte con l’inchiostro trasparente.
uno scorpione e una talpa
e una formica
con gli occhiali sul naso
come i professori
cercano di leggere
nel niente.