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Una Volta (poesia)

cavalli_sibari mini.jpgUna volta c’erano i sogni

Erano belli, colorati

Pieni di emozionanti presagi

Che elettrizzavano il cuore

Mentre le fantasie avevano

Mille cavalli selvaggi

Che galoppavano.

Oh si galoppavano

Per praterie che non finivano mai,

Oppure andavano liberi per i cieli

A gara con nuvole e cirri

E non temevano i nuvoloni neri

Che avanzavano portando tempeste

Con acque da diluvi catastrofici.

Ore,

Interminabile ore trascorrevano lente

Con gli occhi pieni di filmati

Con scorribande d’immagini

La cui natura era dei vincitori.

Oh Ora,

Ora col tempo che è volato

Che sempre più spesso accelera

Il suo passo sornione

Non v’è più momento

Od anche ragione

Che possa giustificare i sogni

Tanto si spera solo

Che perduri la vita

Tra le pillole colorate

Le minestrine o le brodaglie allagate

Tutte insipiente, qualche risata sconnessa

Fra il volo di un uccello canoro

Un gufo o un cuculo appollaiato

Su uno di quei rami secchi

proteso ancora verso il cielo

dal color bigio come un somaro

carico di some pesanti e gravose.

È tutto un limitarsi le uscite, le corse

Le frittate, i maccheroni, il vino

Neanche più un goccetto piccolo

Il fondo di un bicchiere di cognac.

Tutto fa danno, i desideri, i vaneggiamenti

Sogni assurdi, porre traguardi od altro

Che mina il pensiero, contorce l’animo

Aumenta a dismisura la pressione

Quella del sangue che potrebbe

Di botto far scoppiare un vena

Producendo tanta polvere rossa

Che si spande per il corpo.

Le volte,

Le volte di una età balorda e assetata

Si sono pienamente acconciate

Prive di fallaci speranze

In cumuli di insetti che pungono ogni dove

E si aspetta tanto per aspettare

Che qualcuno conosciuto

Ci tocchi con una mano

E ci guidi verso l’altra sponda

Non ci può scortarci oltre

perché

Non v’è alcuna possibilità di fuga

O ritardi giustificati. Non sono ammessi.

Michele Miani

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