Quel che è accaduto a Scala Coeli, dovrebbe servire da monito per tutti quei comuni dove si vogliono piazzare impianti per lo smaltimento dei cosiddetti "rifiuti speciali non pericolosi" da parte di imprese che mirano soprattutto al business e molto poco alla salute dei cittadini. Quel che accade quasi sempre, specie dalle nostre parti, ormai si sa benissimo: a poco per volte ai rifiuti non pericolosi si aggiunge di tutto e di più e per sanare i danni ci vogliono decine d'anni. Attenzione quindi perché la salute dei propri amministrati deve essere il primo obiettivo di chi gestisce un territorio e i cittadini devono stare sempre all'erta affinché non rimangano abbindolati da false chimere. (A.M.Cavallaro)
Cariati (CS) - Dopo un anno e mezzo dal disastro con la fuoriuscita di 15mila metri cubi di percolato, sono arrivati i primi provvedimenti g iudiziari nella vicenda dell’impianto di località Pipino. Il caso era stato al centro di diversi esposti e segnalazioni da parte di Legambiente Circolo Nicà e dei comitati in difesa del territorio.
Apprendiamo dalla stampa che ieri, 12 novembre, i Carabinieri del NOE di Catanzaro, supportati dal NOE di Napoli e dal comando provinciale dell'Arma di Cosenza, hanno sequestrato la discarica per rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli. Finalmente il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura della Repubblica ha compreso quello che cittadini, movimenti e Legambiente hanno sempre sostenuto.
L'ipotesi investigativa consiste nel reato di disastro ambientale.
Inutile ripetere tutto quello che viene contestato, è possibile leggerlo sulla stampa.
Noi de Le Lampare siamo cresciuti vedendo nascere e crescere quella discarica che nel nostro immaginario incarna le vesti di un vero e proprio mostro.
Dal punto di vista dei comitati locali, che da tempo lottiamo per la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini, che da anni denunciamo i rischi ambientali e sanitari legati alla discarica di Scala Coeli, si confermano tutte le questioni sollevate in questi anni.
Ora ci aspettiamo che i Comuni del territorio si costituiscano parte civile.
Per Le Lampare l'obiettivo sarà quello di sempre, chiudere definitivamente l’impianto, bonifica dei luoghi e risarcimento per le comunità.
Movimento Lampare BJC