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Lettere anonime imperversano ancora a Cassano

COMUNE DI CASSANOA Cassano Ionio il vezzo di inviare lettere anonime alle autorità ha radici antiche. Quella che potrebbe essere considerata la dimostrazione di una certa latente vigliaccheria di fondo presente tra la popolazione, in tempi lontani talvolta era dovuta alla paura di una possibile ritorsione e chi usava questo mezzo lo faceva per segnalare abusi e comportamenti ritenuti scorretti o illeciti tenuti da altre persone. Oggi vi ricorre chi non vuole esporsi personalmente per la vicinanza al soggetto accusato, chi ha con questi rapporti di parentela o di lavoro, chi non è sicuro delle proprie affermazioni e tuttavia spera che vengano eseguiti i dovuti accertamenti. Nell'ultima delle ipotesi si annida quasi sempre il motivo pregnante che spinge ad agire nell'anonimato. La voglia di rivalsa nei confronti di chi, a torto o a ragione, viene ritenuto l'artefice di un'ingiustizia nei propri confronti o nei confronti della collettività. Certamente non è il sistema migliore per lanciare accuse, soprattutto quando queste non sono suffragate da reali riscontri comprovabili. E' il caso segnalato agli inquirenti dal segretario generale del Comune di Cassano all'Ionio dott. Ciriaco Di Talia nei confronti di una sedicente ed inesistente associazione "Legalità a Cassano" come esplicitato nella lettera che pubblichiamo in allegato. Ognuno può trarne le conclusioni secondo il proprio metro di giudizio.

Ora mi permetto una nota personale. Negli anni '50 e parte dei '60 la Stazione dei Carabinieri del nostro comune, presso la quale mio padre brig. Francesco Cavallaro, svolgeva le funzioni di Comandante del Nucleo di Polizia Giudiziaria (figura che oggi non esiste più nelle stazioni CC), era inondata di segnalazioni anonime, che qualche volta avevano fondamento, la maggior parte delle quali riguardanti avvenimenti di malaffare privato e raramente pubblici uffici. Il fenomeno si è poco per volta affievolito fino a sparire quasi del tutto, è riapparso negli ultimi 15 anni in modo sproporzionato e, a giudicare da ciò che scrive il dott. Di Talia, insistente ma privo di ogni sostanza che procura a lui, e credo anche ai funzionari dei vari settori, perdite di tempo notevoli. Le illazioni ormai sono all'ordine del giorno, la stessa stampa, anche quella ritenuta di alto profilo, spesso incorre in questa grave pecca, comunque sono sempre segnali di malumori, di scontenti da parte di gente che non potendo o volendo sfogarsi in altro modo, trova più semplice inviare lettere anonime  a destra e a manca. Purtroppo accade anche che i destinatari di tali accuse, a loro volta, puntino il dito contro chi non c'entra, solo magari perché considerato avversario delle proprie idee e azioni ed ecco che si possono innescare dannosissimi battibecchi di natura leguleia, mentre i veri autori gongolano sotto i baffi.

Antonio Michele Cavallaro

 

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