Questo sito utilizza cookie per garantire il corretto funzionamento delle procedure e migliorare l'esperienza d'uso delle applicazioni. Se vuoi saperne di più o negare il consenso clicca su info. Continuando a navigare o accettando acconsenti all'utilizzo dei cookie.

Gaza. 23 Giornalisti uccisi dal 7 Ottobre

roshdj sarraj.jpgLa guerra a cui stiamo assistendo solo attraverso la stampa e la televisione sta provocando la morte di innumerevoli giornalisti. Con questo articolo di Giovanni De Mauro pubblicato sul settimanale "INTERNAZIONALE", diamo il nostro piccolo contributo per ringraziare chi rischia la vita per poter dare notizie al mondo di quel che succede ovunque c'é una guerra in atto. Onore e rispetto a questi autentici EROI dell'informazione. (La redazione)

Si chiamava Roshdi Sarraj e faceva il giornalista. È stato ucciso il 22 ottobre durante un bombardamento israeliano a Gaza. Era palestinese, aveva 31 anni, una moglie e una figlia di un anno. Sono già ventitré i giornalisti uccisi dal 7 ottobre: 19 palestinesi, tre israeliani, un libanese. Nelle ultime due settimane a Gaza sono stati uccisi più giornalisti di quanti ne siano stati uccisi dal 2001, ha detto Sherif Mansour, coordinatore del Committee to protect journalists per il Medio Oriente e il Nord Africa. “A Gaza un piccolo gruppo di giornalisti sta cercando di raccontare la guerra mentre affronta gli stessi problemi della popolazione palestinese assediata: dove vivere, dove procurarsi cibo e acqua e come stare al sicuro”, ha scritto David Bauder dell’agenzia di stampa Associated press (Ap). Oltre ai giornalisti dell’Ap, a Gaza sono rimasti quelli di Bbc, Reuters, Afp e Al Jazeera. A tutti gli altri, Israele impedisce di entrare. Anche i giornalisti che lavorano in Israele affrontano delle difficoltà, seppure d’altro tipo. “Esprimere il proprio dissenso è diventato ancora più complicato”, ha detto Anat Saragusti, dell’Unione dei giornalisti israeliani. Emma Goldberg ha raccontato sul New York Times che chi critica Netanyahu deve affrontare gli attacchi dei colleghi, mentre – come tutti in Israele – è ancora traumatizzato per le azioni terroristiche di Hamas del 7 ottobre in cui tanti hanno perso parenti o amici. “Nebbia di guerra” è un’espressione attribuita al generale prussiano Carl von Clausewitz e indica quanto sia arduo, durante un conflitto militare, ottenere informazioni attendibili. Perché di solito nessuna delle parti ha interesse a raccontare fino in fondo la verità e quindi tende a sminuire le proprie sconfitte, a esagerare i propri successi, o addirittura a mettere in circolazione notizie false, approfittando della difficoltà, o perfino impossibilità, di verificarle. Per questo la presenza dei giornalisti sul campo è preziosa. Sono i nostri occhi e le nostre orecchie.

Fonte: “Internazionale”

Giovanni De Mauro

Ultime Notizie

Leggendo un notiziario elaborato in Svizzera dedicato ai cittadini di quel paese che vivono all'estero, sono stato colpitodall'articolo che trovate...
Il 19 novembre 2020, in piena pandemia, inizia l'occupazione, che durò otto mesi, dell'ospedale di Cariati. Il primo Ospedale occupato...
Conclusa con successo ieri la manifestazione organizzata dalla Lega Navale Italiana sezione dei Laghi di Sibari, dalla Associazione Libera di...
L’artista Austin Young realizza un’installazione permanente in una chiesa di Cosenza È la pera il frutto al centro del progetto realizzato...
CON UN EVENTO DEDICATO ALLA CULTURA DELLA MUSICA L’ACCADEMIA MUSICALE GUSTAV MAHLER DI TREBISACCE INAUGURA L’ANNO ACCADEMICO 2024/2025 La cultura della...

Please publish modules in offcanvas position.