Dall’ottimo articolo di Valentina Muzi apparso sul sito www.artribune.it apprendiamo di nuove importanti scoperte archeologiche nell’arcinota area di Paestum (comune di Capaccio-SA). Come al solito, ma a questo siamo ormai abituati, neanche il più piccolo accenno al fatto che quella città fu una colonia di Sybaris. Non è su questo, però, che desideriamo soffermarci, ma sul fatto che da quelle parti si continua a scavare e a ritrovare manufatti e vestigia importanti dell’epoca magnogreca. Nell’area archeologica di Sibari (Comune di Cassano Ionio – CS) l’ultimo scavo di una certa importanza è stato realizzato nel 2004 e fu ritrovata la statuetta in bronzo del “Toro Cozzante” che poi è diventata il simbolo dell’area archeologica sibarita ed ha ispirato addirittura un romanzo del caro amico giornalista Domenico Marino dal titolo "La tomba di Erodoto". Fu la compianta direttrice dott.ssa Silvana Luppino a volere tenacemente portare a compimento quello scavo di poche decine di metri con pochissimi mezzi finanziari messi a sua disposizione. Poi nel 2013 ci fu la disastrosa alluvione e in seguito a quell’evento terribile furono realizzate delle opere a salvaguardia dell’intera area da future esondazioni e furono anche fatti dei ritrovamenti interessanti. Da allora non si è parlato più di un qualsivoglia piano di scavi programmati. Certo la nostra area archeologica è “affetta” da subsidenza e bradisismo che rendono difficili le operazioni di scavo, comunque non sono certo irrealizzabili, ci auguriamo che la nuova e dinamica direzione, dotata di ben altre coperture finanziarie, abbia in mente di mettere in essere una qualsivoglia nuova campagna di scavo. Nel seguito la nota di Valentina Muzi sui ritrovamenti di Paestum. (La redazione)
Scoperti due nuovi templi greci in stile dorico nel Parco Archeologico di Paestum - La portata della scoperta non si limita alla storia del santuario che si sviluppa nella zona occitentale dell'antica città di Poseidonia – Paestum, ma pone l'attenzione anche sull'impianto urbanistico della polis magnogreca. Risale al 2019 la scoperta del tempietto al Parco Archeologico di Paestum, da cui sono emersi nel 2023 numerosissimi oggetti tra cui ex voto, terrecotte e altari. Oggi, il sito campano torna ad essere protagonista con la scoperta di due templi greci in stile dorico emersi nella zona occidentale dell’antica città di Poseidonia – Paestum, a ridosso della cinta muraria e a poche centinaia di metri dal mare. Grazie a questi due edifici non solo si potrà comprendere l’evoluzione degli stili architettonici dell’epoca, ma anche approfondire lo studio urbanistico dell’antica polis.
“Le recenti scoperte confermano quanto a Paestum ci sia ancora molto da fare sul fronte degli scavi, della ricerca e anche sul piano della valorizzazione”, ha dichiarato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Nelle prossime settimane sarò di nuovo a Paestum per sottolineare il valore dell’intervento di riqualificazione, da 20 milioni di euro, nell’ex stabilimento della Cirio. Nei mesi scorsi mi sono recato anche a Velia per inaugurare la mostra ‘Elea: la rinascita’ e garantire un primo stanziamento di risorse per iniziare a realizzare il museo”.
I templi greci in stile dorico rinvenuti al Parco Archeologico di Paestum
Il primo tempio risale ai primi decenni del V secolo a.C. e, per caratteristiche architettoniche e dimensionali, costituisce un assoluto unicum dell’architettura templare in stile dorico. É conservato nelle porzioni dello stilobate (il basamento su cui si ponevano le colonne), del crepidoma (i gradini su cui veniva costruito il tempio), e della peristasi, con cui si intende il colonnato porticato del tempio.
All’interno della struttura, al di sotto la peristasi, sono stati reimpiegati 14 capitelli dorici frammentari e rinvenuti altri materiali architettonici. Rispetto ai capitelli si è notata una somiglianza nelle dimensioni con quelli del tempietto esplorato finora, ma sostanzialmente differenti nella tipologia e confrontabili con i capitelli del tempio di Hera I, il più antico dei tre templi di Paestum. Questi dimostrano che ci troviamo davanti ad un altro tempio, con caratteristiche architettoniche simili a quelle dei primi grandi templi pestani, e da datarsi intorno al VI secolo a.C.
Una scoperta storico artistica importante che fa luce anche sullo sviluppo urbanistico della polis perché alle spalle del tempio è emerso il tracciato di una strada battuta che, però, ha un orientamento diverso rispetto alle mura che costeggia. Le indagini degli esperti hanno confermato che, alla fine del VI secolo a. C., quando il tempio più antico fu costruito, la città di Poseidonia non era ancora dotata di mura difensive.
Nuove scoperte al Parco Archeologico di Paestum. Parola alla direttrice Tiziana D’Angelo
“Questi eccezionali rinvenimenti, che aggiungono nuovi fondamentali tasselli alla ricostruzione della storia arcaica della colonia magnogreca di Poseidonia, documentano, infatti, le molteplici fasi costruttive di un santuario situato in una zona liminare, in prossimità della costa da cui i coloni stessi erano giunti alcuni decenni prima, ed edificato in epoca arcaica prima ancora che la città fosse dotata di un circuito difensivo”, spiega la direttrice del Parco Archeologico di Paestum Tiziana D’Angelo. “Si tratta di un cantiere di scavo complesso che necessita della collaborazione di archeologi, restauratori, ingegneri, architetti e geologi. A breve le attività di scavo saranno concluse e siamo già al lavoro per creare un nuovo percorso di fruizione che renda questo importante santuario accessibile al pubblico”.
fonte: www.artribune.it
Valentina MUZI