CORIGLIANO/ROSSANO – Il GaV (Gruppo Azione per la Verità) si appella per l’ennesima volta alle forze di governo a livello nazionale e regionale dopo anni di indifferenza: « La politica del non ascolto porterà il Pd e le forze alleate allo sfascio, i dati delle recenti elezioni in Sicilia rappresentano una conferma».
Il movimento che si batte da anni, invano, alla ricerca disperata della verità circa gli avvenimenti misteriosamente accaduti poche ore prima la soppressione del Tribunale di Rossano, lancia un chiaro segnale ai partiti che oggi amministrano l’Italia e la Regione Calabria, i cui rappresentanti, anche di minoranza, non hanno inteso fare piena luce su una vicenda dai contorni inquietanti, sporchi, espressione del più bieco affarismo trasversale politico-burocratico.
Il GaV dopo due manifestazioni di protesta a Roma e dopo aver notificato due dossier ai più alti organi dello Stato nei quali sono state evidenziate storture e contraddizioni, ancora oggi non ha ottenuto risposte né sul merito, né sui criteri adottati a motivazione del provvedimento di chiusura: «Una situazione che grida giustizia- affermano i componenti- e quel che più inquieta è il silenzio assordante delle istituzioni tutte. Nelle ultime ore – continuano i rappresentanti del movimento- persino l’ex sottosegretario alla giustizia Jole Santelli ha confermato la scriteriata scelta di accorpare il Tribunale di Rossano a Castrovillari, la cui sede è impensabile possa sopperire alla domanda di giustizia proveniente dal vasto territorio. La stessa Santelli si prodigò – a suo dire – per il mantenimento in vita del Tribunale di Rossano e di Lamezia, ma senza riuscirvi (almeno per Rossano). Per quanto ci riguarda- come GaV- è rimasta immutata l’anomalia della sperequazione formulata al tempo di mantenere in vita i tribunali di Paola o Castrovillari a scapito di un presidio collocato nella terza città della Calabria, la prima dell’intera provincia di Cosenza, Corigliano-Rossano. Una scelta che non ha né testa né coda e su cui nessuno ha inteso adoperarsi affinché si desse vita a un’operazione etico/morale di trasparenza.
La questione “tribunale” è quasi sparita dall’agenda delle rivendicazioni di partiti, sindacati e movimenti, segnale evidente che ormai nessuno crede in questo Stato, negli uomini e nelle donne da esso rappresentato. Basta dare uno sguardo al calendario delle problematiche indicate in seno alla protesta programmata per il 16 novembre del 2017 presso la cittadella regionale degli uffici di Catanzaro, per avere cognizione della scarsa attenzione che si presta al “caso Rossano”. È evidente che in un contesto generalizzato di disinteresse nazionale e regionale, anche i responsabili locali di partiti/sindacati/associazioni si sentono impotenti nell’intraprendere qualsivoglia iniziativa.
Il GaV andrà avanti fino in fondo. E’ al vaglio l’ipotesi di passare a una forma di protesta estrema a Roma. I tempi purtroppo sono ormai maturi.
REPORT - Per dare un saggio delle contraddizioni emerse in questa assurda storia che dovrebbe servire a fare crescere un minimo di indignazione nella società civile tutta, riprendiamo le dichiarazioni di autorevoli rappresentanti di Stato che su questo tema hanno attestato l’ingiusta scelta operata nel lontano 2011/2012.
Si parte con le esternazioni gravi rese dal Sen. Enrico Buemi di “carte false” perpetrate da non meglio identificati soggetti su cui la magistratura non ha mai inteso fare chiarezza.
Seguono le dichiarazioni dell’attuale Ministro agli Esteri Angelino Alfano che, nella qualità di segretario dell’ex Pdl, ha ammesso l’esistenza di un grave errore da riparare mediante dei correttivi, provvedimento mai assunto.
Qualche giorno prima la definitiva chiusura del Tribunale di Rossano si prende atto di un lancio d’agenzia: “Il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma, ha telefonato stamani al Sen. Antonio Gentile, informandolo che “nell’ambito dei decreti attuativi di razionalizzazione degli uffici giudiziari, il Tribunale di Rossano manterrà la sua funzione e non sarà soppresso. Si conclude una lunga battaglia politica e parlamentare che ci ha visti in prima persona protagonisti di questa vicenda -ha detto il sen. Gentile- grazie alle sollecitazioni e all’impegno del Sindaco di Rossano, dell’Ordine degli Avvocati, dei magistrati, dell’on. Geppino Caputo, consigliere regionale del circondario. Devo ringraziare Nitto Palma -ha detto Gentile- per la consueta sensibilità e disponibilità con la quale affronta i problemi della Calabria. Questa vittoria - ha aggiunto Gentile - va ascritta all’impegno di tutte le forze politiche responsabili, del presidente Scopelliti e del presidente Talarico, a riprova di come la Calabria possa raggiungere risultati importanti, su temi di interesse comune, quando si mettono da parte primogeniture e protagonismi”. Il nostro impegno è stato continuo e indefesso –ha concluso Gentile– nella consapevolezza che una zona a così alta densità criminale non potesse essere privata di un presidio strategico indispensabile”. A distanza di qualche giorno il Tribunale di Rossano è stato chiuso! Ma non finisce qui.
Ancor prima l’attuale ministro della giustizia Andrea Orlando nella redazione del programma elettorale 2013 del PD si è impegnato circa la necessità di correggere delle macroscopiche storture conseguenti alla revisione della geografia giudiziaria al fine di riaprire i Tribunali di Rossano, Lucera, Chiavari, Bassano del Grappa, Pinerolo e Tolmezzo. Lo stesso Orlando, sia nei pubblici incontri che hanno preceduto la sua nomina a Ministro, sia in quelli successivi, ha sempre manifestato l’opinione che la soppressione del Tribunale di Rossano ed il suo accorpamento a quello di Castrovillari era da rivedere poiché frutto di un evidente errore.
Tali posizioni sono state assunte, sia prima che dopo la nomina di Presidente della Commissione antimafia, anche dall’On. Rosi Bindi che ha sempre affermato la peculiarità del territorio del circondario di Rossano, caratterizzato da una pesante presenza della criminalità organizzata. “Forse è l’On.le Santelli (già sottosegretario alla giustizia, nonché espressione politica di Paola, sede di un Tribunale calabrese, guarda caso non soppresso) che deve informarsi- ha affermato in una nota- La riapertura del Tribunale di Rossano, chiuso a causa del gioco delle tre carte, praticato dalla signora Iole a favore del Tribunale di Paola, è nel programma del Partito Democratico. Lo sanno bene i Calabresi e soprattutto i cittadini di Rossano” (fonte PD www.pdcalabria.net del 17.2.2013).
Il parlamentare Nitto Palma ha dichiarato ancor prima l’avvenuta chiusura: “Nell’ambito dei decreti attuativi di razionalizzazione degli uffici giudiziari, il tribunale di Rossano manterrà la sua funzione e non sarà soppresso“ (fonte Guida al Diritto del 2.9.2013)” .
L’attuale ministro degli interni Marco Minniti , già sottosegretario ai servizi segreti, sia nella sua venuta a Rossano in occasione di convegno in data 22.12.2012 nell’Aula Magna del Tribunale e in numerosi altri incontri, ha affermato ripetutamente che Rossano non doveva essere soppresso e che si trattava di un errore madornale da correggere.
L’europarlamentare Lorenzo Cesa ha preannunziato un interessamento presso il Parlamento Europeo in Commissione petizioni, mentre gli onorevoli Maurizio Gasparri ed Enza Bruno Bossio hanno parlato anch’essi di stortura, mentre di recente il sottosegretario alla giustizia Federica Chiavaroli ha avviato un’ispezione interna al Palazzo di Giustizia di Castrovillari dei cui esiti non si ha traccia.
Tanti pareri convergenti, persino delle commissioni parlamentari preposte, per non approdare a nulla a distanza di ben cinque anni. Tutto questo rappresenta solo una breve ricostruzione dell’incoerenza politica dimostrata dalla cronistoria dei fatti. E non è un caso se, ancora oggi, il GaV non ottiene risposte dal Capo dello Stato, dal presidente del consiglio, dal ministro della giustizia, dal consiglio superiore della magistratura, dai giudici della corte costituzionale.
In molti, su questa vicenda con fare vile, sono guidati dalla rassegnazione. Il GaV non si arrenderà mai, nella speranza che qualcuno prima o poi vorrà aprire questa brutta pagina di storia che macchia le più alte cariche dello Stato.
UFFICIO COMUNICAZIONE GAV
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(Le foto si riferiscono alla manifestazione di Roma)