Chi non conosce in Italia almeno qualche verso della famosissima canzone di Adriano Celentano "Il ragazzo della via Gluck"?
Non molti, però, conoscono il musicista che dava il nome a quella strada, lo stesso Celentano probabilmente non se lo chiese quando da ragazzo cominciava a giocare in quella via e a "urlare" le sue prime canzoni. Ieri ricorreva il giorno della morte del compositore tedesco Christoph Willibald Gluck, che influenzò con il suo nuovo modo di far musica anche il grande Mozart. Noi vogliamo ricordarlo con questa breve nota.
Il 15 novembre del 1787 moriva a Vienna il compositore tedesco Christoph Willibald Gluck (1714-1787). Poco o nulla sappiamo dei suoi primi studi musicali avversati in famiglia (era figlio di una guardia forestale).
Iscrittosi all’università di Praga nel 1731, fu poi al servizio (come musico) del principe Lobkowitz a Vienna; nel 1737 conobbe il principe A.M. Melzi dal quale fu condotto a Milano dove ebbe modo di studiare con G.B. Sammartini esordendo come operista nel 1741. Soggiornò poi a Londra (1745-46) avendo contatti con Haendel.
Stabilitosi infine a Vienna (1752) maturò, sotto la spinta di collaboratori italiani (il conte G. Durazzo, direttore generale degli spettacoli di corte, il librettista R. de’ Calzabigi ed il coreografo e ballerino G. Angiolini) il suo progetto di riforma del melodramma.
Adeguatosi per lungo tempo alla tradizione imperante nel melodramma italiano e francese, giunse infatti alla definizione della cosiddetta Riforma del melodramma. Attraverso nuove e radicali opere come Orfeo ed Euridice (1762) e Alceste (1767) riformò l'opera seria, da tempo in declino, semplificandone la trama e cercando un sostanziale equilibrio tra musica e canto, influenzando notevolmente molti compositori delle generazioni successive tra i quali Mozart, Salieri, Cherubini, Berlioz e Wagner.
Invitiamo all'ascolto della sua più celebre composizione "Orfeo ed Euridice", cliccare quì
a cura di Luigi Maffeo