Mentre lo scorso sabato sera a Milano i più fortunati musicofili lombardi assistevano alla prima di Tosca in occasione dell'inaugurazione della nuova stagione del Teatro alla Scala di Milano, noi ci accontentavamo, si fa per dire, di un magnifico concerto nel piccolo ma elegante ed accogliente Teatro "Amantea-Paolella" di Rossano, offerto, con la solita grande generosità, dal caro amico M° Pino Campana direttore della Scuola Musicale "G.Verdi", con la collaborazione di alcune note aziende del circondario. Si è trattato di una ottima esecuzione delle "Quattro Stagioni" di Vivaldi dell' Orchestra da Camera “O. STILLO” con il solista Giuseppe Arnaboldi al Violino diretta dal M. Fernando Romano. Il Gruppo strumentale è stato costituito dalla Società Beethoven allo scopo di dotare la Provincia di Crotone di un organo artistico altamente qualificato e la prova offerta dagli eccellenti musicisti ai numerosi astanti è stata veramente notevole e degna delle nostre aspettative.
Dopo la brillante presentazione del M° Campana, i vari "movimenti" dei quattro concerti solistici per violino che fanno parte dell'opera Il cimento dell'armonia e dell'inventione, sono stati introdotti dalla lettura e dall'interessante commento del M° Giuseppe Arnaboldi violino solista, dei quattro sonetti, scritti probabilmente dallo stesso Vivaldi, che facevano parte dell'opera a completamento dello splendido esempio di "Musica a Programma", come erano definite le composizioni ispirate da un episodio extramusicale che di solito era espresso nel titolo o da una frase che lo accompagnava.
L'eloquio fine e direi "giocoso" del M° Arnaboldi (nella foto) ha reso ancora più gradevole la splendida serata.
Non potendo offrire ai nostri lettori le vibrazioni sonore prodotte in sala, regaliamo almeno la possibilità di leggere le quattro composizioni poetiche anticipando che prossimamente l'orchestra "O.Stillo" si esibirà ancora a Rossano in un concerto per pianoforte e orchestra, organizzato sempre dal M° Campana e di cui daremo notizia a tempo debito. Appuntamento, quindi, ai prossimi concerti previsti in questo mese di dicembre.
LA PRIMAVERA
Giunt'è la Primavera e festosetti
La salutan gl'augei con lieto canto,
E i fonti allo spirar de' zeffiretti
Con dolce mormorìo scorrono intanto;
Vengon coprendo l'aer di nero ammanto
E lampi, e tuoni ad annunziarla eletti
Indi tacendo questi, gl'augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto:
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorìo di fronde e piante
Dorme 'l caprar col fido can' a lato.
Di pastoral zampogna al suon festante
Danzan ninfe e pastor nel tetto amato
Di Primavera all'apparir brillante.
L'ESTATE
Estate Sotto dura stagion dal sole accesa
Langue l'huom, langue 'l gregge, ed arde 'l pino,
Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa
Canta la tortorella e 'l gardellino.
Zeffiro dolce spira, ma contesa
Muove Borea improvviso al suo vicino;
E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e 'l suo destino;
Toglie alle membra lasse il suo riposo
Il timore de' lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il stuol furioso:
Ah che pur troppo i suoi timor sono veri
Tuona e fulmina il cielo grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a' grani alteri.
L’ AUTUNNO
Celebra il Villanel con balli e canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col sonno il lor godere.
Fa' ch'ogn'uno tralasci e balli e canti
L'aria che temperata dà piacere,
E la Stagion ch'inventa tanti e tanti
D'un dolcissimo sonno al bel godere.
I cacciator alla nov'alba a caccia
Con corni, schioppi, e cani escono fuore.
Fugge la belva, e seguono la traccia
Già sbigottita, e lassa al gran rumore
De' schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, ma oppressa muore
INVERNO
Agghiacciato tremar tra nevi algenti
Al severo spirar d'orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel soverchio gel batter i denti;
Passar' al foco dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento.
Camminar sopra 'l ghiaccio, e a passo lento
Per timor di cader girsene intenti;
Gir forte, sdrucciolar, cader a terra
Di nuovo ir sopra 'l ghiaccio e correr forte
Sin che 'l ghiaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Scirocco, Borea e tutti i Venti in guerra.
Quest'è 'l Verno, ma tal che gioja apporta.
Antonio M.Cavallaro
Cliccando quì si può ascoltare il brano eseguito fuori programma "Primavera Portena" di Astor Piazzolla