Il 24 maggio del 1803 prima esecuzione a Vienna della Sonata per violino e pianoforte n.9 in la maggiore op.47 "a Kreutzer" di Ludwig van Beethoven. È molto probabile che l'idea di scrivere una sonata "brillante" o "molto concertante" sia venuta a Beethoven dopo aver conosciuto il violinista mulatto George Bridgetower (nella foto) . Il Bridgetower, di padre nero (un lacchè del principe Esterhàzy) e di madre tedesca, aveva studiato composizione con Haydn, e si era trasferito in Inghilterra divenendo violinista del principe di Galles. Avendo ottenuto nel 1802 un permesso per far visita alla madre, vivente in Sassonia, aveva suonato a Dresda ed era quindi capitato a Vienna, facendosi notare per la singolare personalità di esecutore: «... si distingueva per un'esecuzione ardita, stravagante», scrive Carl Czerny (Die Kunst des Votrags der älterer und neureren Klavierkompositionen, Vienna 1842), che lo ascoltò proprio allora. Le capacità esecutive del Bridgetower dovettero colpire Beethoven; l'autografo della Sonata op. 47 reca l'intestazione (in italiano): "Sonata mulattica Composta per il Mulatto Brischdauer gran pazzo e compositore mulattico" (la mania di Beethoven per i giochi parole è ben nota). La Sonata fu eseguita da Bridgetower e da Beethoven il 24 maggio 1803 nella sala di concerti dell'Augarten (un caffè del Prater) a mezzogiorno. Ries ci informa che il Bridgetower non aveva avuto il tempo di studiare le variazioni, perché Beethoven le aveva finite alla vigilia del concerto, e che lesse la parte del violino sul manoscritto; dal diario di J. C. Rosenbaum (Haydn ]ahrbuch, 1968) sappiamo che «non c'era molta gente, ma un auditorio scelto»; e da una nota del Bridgetower su una copia della Sonata (citata in A. W. Thayer, Ludwig van Beethoven Leben, voi. II, Lipsia 1872) sappiamo che il violinista durante la prova, improvvisò due piccole cadenze virtuosistiche e che Beethoven contentissimo lo abbracciò. Il Bridgetower avrebbe dunque ben meritato la dedica della Sonata. Ma quando l'op. 47 fu pubblicata, nel 1805, figurò come dedicatario il celebre violinista francese Rodolphe Kreutzer, che Beethoven aveva conosciuto nel 1798 all'ambasciata francese di Vienna, e che stimava perché, diceva, «la sua semplicità e naturalezza mi sono più care di tutta l'esteriorità senza interesse della maggior parte dei virtuosi» (lettera a N. Simrock 4 ottobre 1804). Molto più tardi il Bridgetower avrebbe affermato che la Sonata non gli era stata dedicata perché lui e Beethoven si erano innamorati entrambi di una donna, che aveva preferito il Bridgetower (dichiarazione riportata dal direttore del "Musical World", J. W. Thirlwall nel suo giornale, il 4 dicembre 1888). Siccome il Bridgetower era morto nel 1860, la dichiarazione attribuitagli potrebbe benissimo essere una piccante trovata giornalistica; l'aneddoto, comunque, non è confermato da alcuna altra fonte. Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,, Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 8 Maggio 1992. (Per ascoltare il brano eseguito da Anne-Sophie Mutter al violino e da Lambert.Orkis al pianoforte, cliccare quì o sul titolo citato in alto)
a cura di Luigi Maffeo