Quando il compianto prof. Alfonso Curto presentò lo stradario di Sibari e Lauropoli a cui aveva lavorato per circa un anno fummo tutti sorpresi per la grande varietà di nomi tutti azzeccatissimi utilizzati e per aver connotato alcuni quartieri con nomi di personaggi importanti in alcune specifiche branche dell'arte e del sapere. A Lauropoli, le strade di uno degli ultimi quartieri realizzati furono dedicate ad illustri musicisti. Ad una di queste toccò il nome di Giuseppe Martucci (nella foto) da Capua di cui oggi ricorre l’anniversario della sua scomparsa ed è col suo ricordo che apriamo la nostra rubrichetta dedicata alla musica. Ma in questo giorno morì un altro grande artista italiano, il sommo poeta Giuseppe Ungaretti, non potevamo assolutamente dimenticarlo; ed eccovi le loro brevi note biografiche. (La redazione)
Il 1° giugno del 1909 moriva all'età di 53 anni il pianista e compositore italiano Giuseppe Martucci (1856-1909). Studiò a Napoli dove dal 1880 divenne docente del conservatorio. Nel 1886 assunse la direzione del liceo musicale di Bologna (fu anche maestro di cappella a San Petronio), per tornare nel 1902 al conservatorio di Napoli in qualità di direttore. Pianista molto apprezzato anche da F. Liszt e A. Rubinstein, fu anche direttore d’orchestra e infaticabile organizzatore musicale prodigandosi per diffondere in Italia il sinfonismo tedesco. Fu tra i pochissimi musicisti italiani del suo tempo a non comporre opere liriche, questo per chiara reazione al mondo musicale italiano dell'epoca predominato dal melodramma. Attraverso la sua attività di direttore d'orchestra contribuì notevolmente alla diffusione in Italia delle opere di Beethoven, Schumann, Brahms, Liszt e di Wagner. Fu infatti tra i sostenitori della prima esecuzione in Italia del Tristano e Isotta di Richard Wagner, avvenuta a Bologna nel 1888. La sua musica trovò un fervido sostenitore in Arturo Toscanini che spesso includeva nei suoi programmi i lavori sinfonici di Martucci. Il suo catalogo conta un centinaio scarso di opere, tra cui spiccano l'oratorio Samuel, il romantico ciclo per voce e orchestra La canzone dei ricordi, due sinfonie, due concerti per pianoforte e orchestra, alcuni brani di musica da camera ed una notevole mole di musica pianistica. Peccato che siano in così pochi a conoscere questo nostro eccelso autore.
Il 1° giugno del 1970 moriva a Milano il poeta e scrittore italiano Giuseppe Ungaretti (1888-1970). Nato ad Alessandria d’Egitto, da famiglia originaria di Lucca, e morto a Milano nel giugno del 1970, nei primi trent'anni trascorsi in Egitto covò dentro di sé il germe della poesia, attraverso le letture in particolare di Malalrmé e Leopardi. L'esperienza di soldato in trincea, durante la Grande Guerra, lo segnò profondamente facendogli maturare il senso effimero della condizione umana così presente nelle sue liriche a partire dalla prima raccolta “Il porto sepolto” del 1917. La celebre poesia “Mattina” testimonia più di ogni altra la ricerca dell'essenzialità e della purezza dell'espressione da parte di Ungaretti. Oggi lo voglio ricordare con questi meravigliosi versi:
Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro
Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto
Ma nel cuore nessuna croce manca
È il mio cuore il paese più straziato
San Martino del Carso (1916)
a cura di Luigi Maffeo