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Cassano. Il Comitato "I Care" e l'immobilismo del'A.C.

cassano panoramaÈ ormai da alcuni mesi che in città opera il Comitato "I Care Cassano", nato da una iniziativa di alcuni cittadini che in modo volontario e spontaneo hanno deciso di occuparsi di problemi comuni e prendersi cura della propria cittadina, con l'intento di richiamare l'attenzione dell'intera collettività e di rivolgersi alle istituzioni preposte, per sollecitare le medesime a dare risposte alle varie problematiche da più tempo irrisolte.

È con questo spirito collaborativo che il Comitato ha avuto con la Commissione, che attualmente guida l'Ente Comune e, in particolare con il dott. Muccio, alcuni incontri svolti nella massima cordialità e nel reciproco rispetto dei ruoli, segnalando alcune urgenze ereditate dal passato e che, negli ultimi mesi si sono ulteriormente aggravate, come l'emergenza cimitero, ordine pubblico, grotte di sant'angelo, nuova illuminazione pubblica, dissesto stradale, specie a Lauropoli e a Sibari.

Dai primi incontri ad oggi abbiamo dovuto, nostro malgrado registrare, a fronte di impegni assunti da parte della Commissione, poche risposte positive sui vari problemi prospettati.

Nello scorso mese di ottobre, su richiesta della stessa Commissione e insieme al comando di polizia municipale è stata effettuata una ricognizione sullo stato di alcune strade comunali, in particolare a Sibari, dove la situazione è molto grave con presenze di varie buche pericolose per la circolazione e, soprattutto, per l'incolumità dei cittadini.

Al momento registriamo pochi interventi a Lauropoli, mentre per Sibari ancora niente, e su nostra sollecitazione nell'ultimo incontro avvenuto, pochi giorni fa, il dott. Muccio ci ha risposto che, a causa di poche disponibilità di bilancio, i lavori di bitumazione saranno avviati nei prossimi mesi. Vogliamo augurarci che, per come ci è stato riferito, possano avere inizio gli interventi da tempo programmati per porre fine ai gravi disagi a carico dei concittadini di Sibari.

La comunità intera, da molti mesi assiste, peraltro senza reagire, ad una emergenza ancora più grave: la mancanza di loculi al cimitero, problema, certamente ereditato dalla mancata programmazione delle precedenti amministrazioni, ma non opportunamente attenzionata nei primi mesi della gestione commissariale ed emergenza che non si risolverà, se non in via provvisoria, con la realizzazione di alcuni loculi disponibili per i prossimi mesi e che saranno appena sufficienti per l'anno in corso. Questa emergenza va affrontata, già da subito, con una opportuna progettazione e successiva costruzione di un nuovo cimitero, del quale da tempo si parla e tuttora non realizzato.

Cassano non merita tutto ciò e i nostri cari defunti, le cui salme giacciono parcheggiate in vari luoghi, meritano una degna e definitiva sepoltura.

E’ giusto tornare sul nostro precedente articolo su Casa Serena, il cui consiglio di amministrazione era fatto da cassanesi, che se pur non avessero mai brillato per competenza ed efficienza, non si sono mai sognati di aumentarsi lo stipendio. Questi “forestieri” lo hanno fatto, oltretutto hanno pure modificato l’assetto del CDA, ovvero: meno uno per i membri del comune e più uno per la prefettura, così, di volta in volta verrà nominato uno dei tanti pensionati che ruotano intorno alla prefettura e come prima cosa chiederanno il rimborso delle spese. Che cosa c’entra la prefettura con Casa Serena?

Questo Istituto è stato sempre oggetto di attenzioni del popolo volenteroso e del volontariato, copiando l’esempio della gentil donna sig.a Toscano, che con soldi propri ha trasformato quella struttura da ospizio a dignitosa casa di riposo, ora arrivano i saggi amministratori, che con profondo cinismo, si consentono di fare fuoco sulla Croce Rossa.

Particolare attenzione, anche e soprattutto alla luce degli ultimi accadimenti, merita il problema dell'ordine pubblico a Cassano e sull'intero territorio.

La gravità della situazione denunciata è rimarcata dalla vista dell'on. Sibilia, Sottosegretario agli Interni, che ha promesso il rafforzamento degli organici dell'attuale Tenenza con l'invio di altre unità e che la stessa sarà, a breve, elevata a Compagnia. Tutto ciò sottolinea, ancor di più, la preoccupazione degli Organi competenti (Ministero, Prefettura) verso questa grave emergenza, attenzionata anche dal Comitato Provinciale sull'Ordine Pubblico e la Sicurezza e che tanto allarme continua a destare nell'opinione pubblica.

Negli incontri, in particolare nell'ultimo di pochi giorni fa, abbiamo chiesto notizie circa la riapertura, più volte promessa e ancora non realizzata, delle Grotte di Sant'Angelo, che da risorsa per l'intera comunità sono diventate da un po’ di tempo un problema, la cui soluzione non è dato sapere quando avverrà.

Ci è stato ancora una volta promesso che dovrebbero essere riaperte nel prossimo mese di aprile, dopo le opportune verifiche di sicurezza e la formazione di personale specializzato.

Abbiamo, altresì, segnalato alcune anomalie circa la realizzazione del nuovo impianto di illuminazione pubblica, facendo presente che in alcune zone del centro di Cassano la visibilità non è ottimale, in particolare su via IV Novembre, via Diaz ed altre strade.

Non ci stancheremo mai di ricordare ai commissari che nella villa comunale sotto il comune, c’è una storica fontana che da quasi un anno aspetta di essere riparata. Esempio di incomprensibile immobilismo.

Si attende una parola chiarificatrice e definitiva sull'annoso problema dei Laghi di Sibari, per i quali occorre spendere qualche parola in più, spiegando come sono andati i fatti:

Ci fu una affollata assemblea che il commissario Muccio fece nel mese di luglio del 2018 all’Hotel Oleandro. Durante la stessa non fu assunta nessuna decisione, ma da parte del commissario venne richiesto un tempo di quindici giorni per capire meglio la problematica. La cosa non fu presa bene poiché si era a luglio inoltrato.

Col senno di poi, chi avrebbe immaginato che saremmo arrivati nel mese di febbraio 2019 e la situazione dei Laghi non ha ancora trovato una soluzione? Non si capisce l’immobilismo del comune rispetto al fatto che, nel frattempo si è andato avanti, approvando una legge regionale per la navigabilità del canale, oltre alle risorse economiche annuali per la manutenzione, un decreto con il quale si assegna un contributo di ben € 174.000,00 per il completamento della benna dragante, concesso nella metà del 2018, e che ad oggi non trova il favore del comune che non ha espletato il bando per l’acquisto. Gli stessi consiglieri regionali, che si sono prodigati per la concessione di questo contributo, non si capacitano per l’immobilismo del comune.

Tra le altre cose i rappresentanti del comitato I CARE, nell’ultimo incontro, hanno posto alcune domante, tra le quali il motivo per cui non si chiede il dissequestro del canale, operato dalla Procura di Castrovillari in data 05/10/2018. La risposta ci ha lasciato increduli: “il sequestro non è stato operato nei confronti del comune ma nei confronti del Consorzio di Bonifica”. Siamo certi, per aver guardato le carte, che le cose non stanno così, e che la risposta è stata una non risposta, come sempre.

Tornando a quella famosa assemblea dell’Hotel Oleandro, il commissario ebbe a dire “i desideri non sono diritti” come se tenere aperto il canale fosse un desiderio degli utenti dei Laghi e non un volano per lo sviluppo del turismo.

Purtroppo non si vuole considerare quello che sta avvenendo in quel pezzo di territorio: il deprezzamento degli immobili, le attività commerciali che hanno chiuso i battenti, un cantiere nautico che è sull’orlo del fallimento, la flotta dei pescatori di Corigliano costretta a percorrere tantissime miglia per il rimessaggio durante il fermo biologico, i proprietari di barche che dislocano le loro imbarcazione in altri porti.

Ci ritorna in mente la tragedia dei pescatori di Schiavonea nel 1974 il 31 dicembre, nel tratto di mare antistante la pianura di Sibari, dove qualche anno dopo fu costruito il porto dei Laghi, con un faro che avrebbe fatto la differenza per quei 12 sfortunati pescatori. Nell’articolo del quotidiano L’Unità del 02/01/1975, si mette in evidenza che la tragedia è stata facilitata dal fatto che “non essendovi nessun porto rifugio e non essendovi alcuna opera di protezione della riva, l’ormeggio era sulla sabbia”.

Ora il porto rifugio c’è, ma solo nella fantasia, è stato cancellato pure dalle nuove carte nautiche.

Ci dica lei dr. Muccio, dove finiscono i diritti e dove cominciano i desideri.

Comitato “I Care”

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