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Mentre l'Aspromonte brucia la politica sta a guardare

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Comunicati pervenutici per gli incendi disastrosi sull'Aspromonte

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SPIRLÌ E DRAGHI SPETTATORI IGNOBILI DEL ROGO CALABRIA.

Irresponsabilità della Regione Calabria priva di un Piano di Prevenzione e Antincendi degno di essere chiamato tale, strafottenza e noncuranza delle Istituzioni e del Governo Nazionale, decenni di neoliberismo applicato con tagli dei finanziamenti per manutenzione, prevenzione e infrastrutture come invasi d'acqua e sentieri tagliafuoco, riduzione drastica del personale forestale, blocco delle assunzioni, menefreghismo della politica intera o quasi, interessi privati deviati e la solita presenza devastante, distopica e criminale della ‘ndrangheta che tutto distrugge, violenta e deturpa per i suoi interessi criminali legati al profitto, l'inciviltà di chi va in montagna senza rispetto per l'ambiente, il killeraggio ambientale e omicida di chi innesca gli incendi, l'insolente ignavia, l'indifferenza e il menefreghismo di una società calabrese amorfa e indolente, questi sono i dati anagrafici dei corresponsabili di un disastro incalcolabile e distruttivo.

Oggi gran parte della storia, del patrimonio botanico, forestale e faunistico dell'Aspromonte è scomparsa per sempre, ad oggi tre sono state le vittime umane arse vive nel disperato tentativo di salvare i propri uliveti e frutteti e il dissesto idrogeologico già precario e fragilissimo è stato ulteriormente compromesso.

Arrivederci ai prossimi nubifragi o bombe d'acqua, come le chiamano oggi, ai prossimi eventi atmosferici estremi che seguiranno il caldo anormale e insopportabile di una bruttissima estate, la più calda di sempre, la più criminale di sempre.

Intanto, mentre tutto brucia, la Giunta Regionale è stata impegnata in sagre e impegni elettorali.

Spirlì, Assessori e consiglieri regionali del centro-destra hanno sostituito gli orchestrali del Titanic e in una pausa del loro surreale spettacolo si sono degnati di chiedere aiuto alle Istituzioni Nazionali e così Draghi ha annunciato la mobilitazione di uomini e mezzi della Protezione Civile per la Calabria,ma ancora siamo fermi agli annunci, mentre il fuoco, molto più concreto e spietato non si ferma, SE NE FOTTE e continua a bruciare, a distruggere, ad uccidere animali e persone e anche l'anima dei calabresi civili, onesti e innamorati della propria terra oramai abbandonati a se stessi e considerati "Numeri e Figli di Un Dio Minore".

Giuseppe Carrozza-Segreteria Regionale di Sinistra Italiana.

 

 

dottori agronomi.jpgCufari: “Chi ha a cuore realmente la salute dei boschi e con essa di tutti noi calabresi, si impegni non a chiedere mezzi per l’emergenza,

ma ad attuare le misure che prevengono tali tragedie.”

“Purtroppo ce lo aspettavamo. - esordisce quasi con rabbia Francesco Cufari, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Calabria - Non perché siamo veggenti o portatori di sventura, bensì perché da esperti del settore, sono 10 anni che ripetiamo che le misure di prevenzione degli incendi sono scarse e spesso mal realizzate. I Dottori Agronomi e Forestali della Calabria sono sempre stati un pungolo per tutelare il nostro patrimonio forestale e farlo diventare da fonte di rischio, una fonte di sviluppo sostenibile ed eco compatibile.”

Le responsabilità di questi incendi così vasti e incontrollabili non sono solo responsabilità dei criminali che li appiccano, perché non parliamo di piromani con problemi psichici nel 99% dei casi, ma dell’incuria delle nostre amministrazioni locali, a partire da quella regionale, che ignorano il valore del nostro patrimonio forestale e boschivo. Basterebbe fare una semplice ricerca, quante volte negli ultimi 20 anni un amministratore ha “menzionato” nei suoi comunicati di azione politica i boschi, le foreste, la prevenzione degli incendi e la salvaguardia dell’ambiente della nostra regione. Non capita quasi mai, perché ci si concentra solo sulla parte agricola, forse più redditizia elettoralmente, mentre si ignora il patrimonio di tutti noi: le aree verdi incontaminate, i nostri polmoni naturali, le nostre faggete millenarie. La Calabria è da sempre in un inconcepibile ritardo sulle autorizzazioni dei piani di assestamento forestale, così come il regolamento per il settore forestale giace bloccato, dopo l’approvazione, fino al 31 dicembre 2021 per tutelare gli interessi di chi non comprende (purtroppo) quanto delicato sia l’equilibrio del nostro patrimonio boschivo. Certo, queste misure non sarebbero state risolutive, ma forse avrebbero evitato una minima parte della tragedia che stiamo vivendo.

La semplice gestione dell’emergenza con i sistemi attuali di spegnimento degli incendi, appare chiaro che non siapiù sufficiente. - sottolinea Andrea Bellusci, Dottore Forestale e vice presidente dell’Ordine di Cosenza- I nostri boschi si salvano dagli incendi soprattutto con interventi selvicolturali che permettano di creare zone frangifuoco, sfoltire le aree coperte da arbusti secchi e da rimuovere perché malati, spalcature, diradamenti selettivi nelle zone a rischio. Insomma, interventi preventivi che non solo diminuiscono il propagarsi degli incendi e facilitano le operazioni di spegnimento, ma aiutino anche la conservazione del bosco e delle foreste.”

In questo momento in cui l’interesse di tutti è finalmente rivolto alla salvaguardia delle nostre aree verdi, così preziose e al contempo fragili. - continua Cufari - A parte gli appelli e lo “strapparsi le vesti” vorrei sentire soprattutto da chi si candida a governare la nostra regione impegni precisi. Quando sarà attivato il regolamento approvato per il settore forestale? Come ci si può organizzareper approvare in tempi rapidii piani forestali? Calabria Verde e tutte le risorse necessarie saranno impegnate sin da subito, dai mesi autunnali, per favorire la ricrescita della vegetazione autoctona nelle aree incendiate e lavorare per creare zone frangifuoco, curando il bosco e il sottobosco? Queste sono le cose che servono per non vivere un’altra estate come quella attuale. Perché è bene dircelo con chiarezza il cambiamento climatico non si fermerà domani mattina e le temperature saranno sempre più alte. Dunque, con condizioni ambientali estreme solo la prevenzione e il controllo del territorio potranno salvare i nostri boschi e con essi il nostro diritto ad un ambiente sano e all’aria pulita.”

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