Ha avuto luogo presso gli ambienti della Comunità terapeutico-riabilitativa per problemi di dipendenze “Il Mandorlo”, ex Saman, di Cassano All’Ionio, accreditata dalla Regione Calabria, la presentazione del piano terapeutico che presenta alcune novità. Ai lavori, introdotti e coordinati dalla responsabile della struttura, Fiammetta De Salvo, sono intervenuti, per illustrare il piano, la referente, Antonietta Sconza e Biagio Frasca, entrambi psicoterapeuti. L’equipe terapeutica che opera presso il centro, è composta, inoltre, dall’assistente sociale, Bambina Cavallo, dal medico, Roberto Aloise, dagli educatori Annunziato Aiello, Emanuela Converso, Francesco Luigi Godino, Giuseppe Lo Prete e Giuseppina Anna Oliva e dal referente legale, Giacinto Santoro. A seguire la presentazione del programma, tra gli altri, anche il sindaco della Città di Cassano All’Ionio, Gianni Papasso, che intervenendo all’assise, ha ricordato l’impegno e l’azione dell’amministrazione locale, affinché la struttura sociale sopravvivesse alle diverse vicissitudini che nel tempo l’hanno interessata. Cassano, ha affermato il primo cittadino, si conferma “Città dell’Accoglienza e della Solidarietà”, grazie all’attenzione che il governo cittadino destina ai temi e alle politiche sociali. La presenza sul territorio di un presidio per offrire aiuto a chi cade nelle dipendenze, ha aggiunto il primo cittadino, rappresenta un ulteriore valore aggiunto in campo sociale. La Comunità “Il Mandorlo”, gestita dall’omonima cooperativa opera sul territorio, in una delle strutture confiscate dallo Stato alla criminalità organizzata, negli anni ‘80 e assegnata al comune di Cassano per essere utilizzata per scopi sociali, dal mese di gennaio 2015, subentrata a una esperienza ultraventennale del gruppo Saman. Fanno parte dei programmi terapeutico-riabilitativi attuati presso “Il Mandorlo”, l’accoglienza, che si sviluppa in una serie di incontri con la persona da seguire; il rinascere, che tende al superamento delle criticità di cui è portatore la persona, per ridefinire un nuovo progetto di vita; la doppia diagnosi, che da una parte, tende all’inquadramento psicopatologico dell’utente e dall’altra, a favorire, attraverso dinamiche relazionali, interazioni e scelte più funzionali. Si passa poi, alla fase indicata come “Gradualmente liberi” che offre alla persona la possibilità di raggiungere una condizione di compensazione psicofisica, sviluppando, eventualmente, una più profonda motivazione a un lavoro terapeutico-riabilitativo maggiormente strutturato. Altro passaggio, è quello di Riprendere il cammino, che interessa coloro che dopo il periodo trascorso presso una struttura di recupero ricadono nel problema. C’è, poi, per gli utenti, la Pausa di riflessione, che consiste in un percorso finalizzato a ricontattare la parte sana di se stessi per riprendere in mano la propria vita. Uno degli elementi di novità del programma presentato, è quello del Rimettersi in gioco rivolto a coloro che riconoscono il coinvolgimento patologico con il gioco d’azzardo e ludopatie varie; e, infine, il Reinserimento socio-lavorativo, destinato agli utenti che concludono positivamente il percorso terapeutico-riabilitativo residenziale, che necessitano di un accompagnamento graduale nel contesto sociale.
Lì, 16.06.2017 Il Capo Ufficio Stampa - Mimmo Petroni