La denuncia di un genitore - è una storia di diritti civili negati, una storia di infanzia a metà costretta a fare i conti con la burocrazia e i disservizi. Da Cantinella, popolosa frazione del comune di Corigliano Calabro, si leva, a mo’ di accorato appello e denuncia sociale dai toni vibranti, il messaggio forte e chiaro di G.G., genitore di un bambino diversamente abile che frequenta la terza elementare presso l’istituto scolastico del luogo.
“Anche nel corrente anno scolastico, come peraltro già accaduto in quello precedente, mio figlio, un bambino che necessita di attenzioni, cure e supporto a causa della sua condizione, si trova ad essere privo di un’assistente fisica. Una figura – dichiara il genitore dell’alunno – a dir poco fondamentale per quello che riguarda l’adeguato svolgimento quotidiano delle lezioni e i più elementari bisogni, ad iniziare da quello igienico-personale. Questa assurda situazione è comune anche ad un altro bambino che frequenta il medesimo istituto scolastico di Cantinella, quindi il mio grido di dolore e la mia richiesta d’intervento da parte delle preposte autorità è rivolto a favore di tutti i bambini disabili che sono costretti a subire questo stato di cose. A nulla sono finora valsi i miei appelli alla dirigenza scolastica dell’istituto e agli amministratori comunali, perché nulla è cambiato. Mio figlio ha diritto ad avere un’assistente fisica e pertanto chiedo al sig. Prefetto di Cosenza, nonché nuovamente al Sindaco di Corigliano e al Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Cantinella, di attivarsi affinché tale sacrosanto diritto sia finalmente garantito”.
“Mi preme inoltre evidenziare – spiega il genitore coriglianese – che mio figlio non può usufruire, ogni sabato, anche della figura dell’educatrice, dunque con ulteriore nocumento per la condizione che il bambino già per sé vive. A tutto ciò occorre aggiungere, e in questo mi rivolgo al sig. Prefetto e al sig. Sindaco, che le nostre famiglie sono costrette a recarsi ogni giorno a Rossano, presso una struttura specializzata, per consentire ai bambini diversamente abili di poter effettuare il necessario percorso riabilitativo. In tutto questo, non registriamo alcun sostegno da parte delle preposte istituzioni: chiediamo semplicemente un servizio navetta affinché possa essere più facile star vicino ai nostri figli e in modo un po’ meno difficoltoso”.
Fabio Pistoia