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Villapiana. Cittadini insorgono contro l'Ecodistretto

I Citno ecodistretto.jpgtadini di Villapiana alla notizia diffusa dalla stampa della concessione da parte del sindaco Paolo Montalti di un'area comunale per l'insediamento di un eco-distretto, si sono ordinatamente e pacificamente incontrati in piazza San Francesco presso lo scalo ferroviario per capire cosa si stia macchinando alle loro spalle e per dire no a quella che sembra, ed in effetti lo é, un'imposizione caduta dall'alto. Tralasciando il sicuro impatto ambientale che avrebbe una simile "installazione" sul territorio comunale, quel che è risultato inaccettabile, ascoltando i commenti dei presenti, è il fatto che il sindaco abbia deciso per la comunità intera scavalcando anche il consiglio comunale. Precisiamo che pur condividendo i problemi causati dall'emergenza rifiuti a livello regionale ed in particolare cosentino, non si comprende bene, secondo quale criterio si debba pensare che il comune di Villapiana sia quello ideale per un impianto di tale tipo.

no ecodistretto1.jpgTra l'altro lo stato di emergenza della Calabria in fatto di rifiuti risale ad almeno due decenni e nessuna amministrazione regionale è stata capace finora di trovare una risoluzione efficace e definitiva. Ora i 41 Milioni di Euro che dovrebbero essere spesi per questo eco-distretto, come si pensa di impiegarli? Esiste un progetto? Si vuole realizzare un centro di compattazione, una discarica, un impianto di stoccaggio, un inceneritore? per questa ultima ipotesi i tempi per essere operativa sono mediamente lunghi fino a 6 anni circa. Riportiamo da uno studio trovato sul web: "

La tempistica, mediamente riscontrata dagli operatori, prevede quindi da un minimo di quattro anni dall’approvazione del progetto ad un massimo di quasi sei anni, considerando il fatto che su queste procedure incidono generalmente ed in maniera significativa non solo la complessità tecnologica dell’impianto, ma spesso anche la capacità e la volontà in ambito locale di accettazione degli impianti.
Risulta quindi evidente che, in base alla tempistica concessaci dall’attuale trend di sfruttamento degli impianti di discarica, il Paese (la regione Calabria nel nostro caso)  si trova già in notevole ritardo per quanto riguarda la programmazione di soluzioni alternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento.
 
Cosa significa quanto sopra riportato? Semplicemente che, nell'attesa di costruire un impianto ecologicamente valido, si rischia di creare una situazione simile a quella di Bucita di Rossano, Cassano e altre similari già esistenti sul territorio provinciale, che non serviranno ad affrontare il problema in modo definitivo, ma solo a creare inquinamento.
Leggiamo sulla stampa che attualmente i rifiuti calabresi vengono conferiti a Modena e addirittura alla Svezia ad un costo esorbitante,  da quelle parti non vanno certamente a finire nelle discariche, ma negli impianti di recupero "totale", o quasi, dei rifiuti che saranno poi, debitamente selezionati, inviati alle varie aziende di riciclaggio.
Un impianto di questo tipo risolverebbe il problema rifiuti dell'intera regione, addirittura per funzionare a regime avrebbe bisogno di riceverne anche dalle regioni vicine, creando occupazione e indotto per produzioni alternative.
Per far ciò è necessario però un progetto e non una semplice dichiarazione di disponibilità e, comunque, i cittadini devono essere informati di quello che si vuole realizzare nel territorio, decisioni di tale portata non possono essere imposte ma condivise il più largamente possibile.
Ci auguriamo che nei prossimi giorni, il sindaco si degni di dare informazioni dettagliate alla popolazione.
Antonio Michele Cavallaro
Suggeriamo di leggere il rapporto sugli impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia CLICCANDO QUI'

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