I tanti extra-comunitari che vivono ormai stabilmente dalle nostre parti, (nel comune di Cassano circa 1500) e l'incidente mortale che lo scorso sabato hanno subito due di loro, mi fanno ricordare gl italiani emigrati nel nord-Europa degli anni '50 e '60, pur lavorando regolarmente nelle fabbriche e nelle campagne e quindi contribuendo notevolmente all'economia dei paesi ospitanti, erano considerati quasi "invisibili" e altrettanto invisibili le loro necessità fondamentali. Non dimenticherò mai un accadimento che mi colpì molto il primo inverno trascorso in Svizzera nei pressi di Zurigo. Era nevicato molto durante una notte, molti operai andavano al lavoro nelle fabbriche a piedi, taluni alloggiavano in zone periferiche anche a qualche chilometro dal posto di lavoro, ma da quelle parti le strade erano fornite di piste pedonali ad ambo i lati, quindi circolare a piedi non era pericoloso. Quella mattina, però, gli spazzaneve avevano cominciato a sgombrare la strada per gli autoveicoli riversando la neve proprio sui lati formando, in alcuni tratti, dei cumuli alti più di un metro, così da impedire ai pedoni di poter avanzare, constringendoli a passare sulla sede stradale. Fu così che un giovane siciliano venne investito da un automobilista rimanendo ucciso. La causa dell'incidente fu accollata alla vittima che "imprudentemente" camminava sulla strada. La famiglia del giovane risiedeva in Sicilia e non credo avesse avuto interesse e possibilità ad andare fino in fondo alla faccenda, non così per la comunità italiana, alcune associazioni di emigrati, infatti, presentarono le loro giuste rimostranze alle autorità comunali e riuscirono ad ottenere un indennizzo, per quel che potesse valere la perdita di un figlio, ma più importante del danaro fu il riconoscimento della pericolosità di quella strada in caso di pioggia o di neve, vi fu un'indagine seria sul fatto, che portò all'indennizzo citato, ma anche sui locali che ospitavano centinaia di immigrati, spesso case coloniche e baracche distanti dal centro che, per quanto abbastanza decenti, non rispondevano ai canoni dell'abitabilità locale, fu aumentato il numero dei collegamenti con i mezzi pubblici che incontrò il favore non solo degli immigrati ma anche dei residenti nelle aree periferiche.
Stamattina ho letto l'articolo apparso sul "Quotidiano di Calabria" a firma di Antonio Iannicelli, che ripropongo in coda a questa nota, nel quale si fa riferimento agli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza a chi è costretto a spostarsi a piedi nell'ampio territorio comunale. Le strade provinciali, comunali e talvolta anche statali, spesso sono prive di segnali, di linee ai lati delle sedi stradali, di guardrails e di opportune aree di sosta. Inoltre vorremmo ricordare, agli inquirenti in particolare, in seguito a questa tragica occasione, di occuparsi anche di come sono alloggiate le migliaia di lavoratori stranieri che contribuiscono in modo determinante all'agricoltura del nostro territorio, in modo che non siano "invisibili", hanno diritto ad avere alloggi decenti e in regola con le nostre norme; non basta occuparsi delle poche decine di richiedenti asilo, ma anche dei tanti che sono produttivi e non sufficientemente tutelati. (Antonio Michele Cavallaro)
Il tragico incidente stradale avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato sulla provinciale 163, l’arteria che collega il centro di Cassano con il quartiere di Garda, dove ha perso la vita un giovane ventinovenne indiano, Singh Jagseep, e il ferimento di un altro suo connazionale, riaccende i riflettori su tutte quelle arterie prive di qualsiasi infrastrutture, quali marciapiedi o una semplice illuminazione, che vengono percorse a piedi o in bicicletta in ogni ora della giornata dai cittadini extracomunitari. Una questione che interessa tutte le comunità e che quindi andrebbe affrontata con urgenza da tutte le amministrazioni, non solo per il bene della comunità ma anche per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, in particolare quelli più vulnerabili. Una soluzione potrebbe essere quella che le zone periferiche maggiormente abitate dai cittadini extracomunitari venissero servite, soprattutto nei pomeriggi invernali, da una o due corse (andate e ritorno) del servizio di trasporto pubblico, ormai presente in gran parte dei paesi, onde permettere a questi cittadini di poter raggiungere il centro abitato e poter sbrigare con tranquillità le loro commissioni, facilitando gli spostamenti e riducendo il numero di persone costrette a camminare lungo strade pericolose. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di una campagna di sensibilizzazione e di informazione verso questi cittadini a utilizzare, magari distribuendoli gratuitamente a chi ne farebbe richiesta, pettorine florifloscenti o giubbotti catarifrangenti per aumentare la loro visibilità e ridurre il rischio di incidenti, soprattutto nelle ore di buio. Questo al solo scopo di evitare che altre tragedie come quelle verificatasi nel tardo pomeriggio di sabato possano verificarsi. Singh Jagseep e un suo connazionale (rimasto lievemente ferito), sabato pomeriggio, sono stati investiti intorno alle 17,30 in contrada “Setteponti”, mentre camminavano sul ciglio della strada provinciale “Cassano – Garda”, dove in quasi tutte le ore delle giornata si incontrano cittadini extracomunitari che camminano, a volte non in fila indiana, in entrambe le direzioni. Una Panda, che procedeva in direzione Cassano e alla cui guida c’era uno stimato professionista cassanese in pensione che si è fermato e ha immediatamente allertato i soccorsi e le forze dell’ordine, li ha investiti subito dopo la curva dei “Setteponti” per cause in corso d’accertamento da parte dei carabinieri della compagnia di Cassano, guidata dal capitano Michele Ornelli. L’impatto per il ventinovenne è stato terribile. E’ stato sbalzato al di là del guardarail e le sue condizioni sono risultate subito disperate ai sanitari del 118 di Cassano che, arrivati insieme ai carabinieri, hanno prestato il soccorso. Purtroppo per il giovane indiano non c'è stato nulla da fare. Singh Jagseep, nonostante il pronto intervento dei sanitari, è spirato qualche minuto dopo all’interno dell’autoambulanza per un possibile gravissimo trauma cranico facciale.