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Don Francesco Spingola non é più tra noi

don francesco ed io.jpgIeri mattina, don Francesco Spingola, padre spirituale di tanti ragazzi cassanesi degli anni '60, ha reso l'anima a Dio. Dopo alcuni anni di tremenda sofferenza il suo corpo non ce l'ha fatta più ed é volato in cielo dove sicuramente è stato accolto da un coro di Cherubini, così come  avrebbe desiderato. Molti uomini della mia età, cresciuti e diventati adulti a Cassano, devono anche a lui per come e per quel che sono oggi. Da lui hanno imparato la pacatezza, la tolleranza, l'ascolto, ma anche la "regola" della Fede, che non ammette se o ma, oltre ai rudimenti della musica, che utilizzava magistralmente non solo per le esecuzioni delle sue magnifiche composizioni, ma per farli sentire fratelli legati da quel sottile ma robustissimo filo dell'Amicizia e della Speranza che egli ha saputo così bene tessere, tanto da restare incorruttibile anche dopo la sua partenza da Cassano. Tanti dei ragazzi d'allora, hanno continuato a sentirlo, i più fortunati. a frequentarlo, a ricevere tesori di saggezza che in poche parole sapeva trasmettere senza piaggerie, con l'affabilità e l'amore di un Padre.

Anche io, nei lunghi anni di permanenza all'estero, lo chiamavo, di tanto in tanto, e lui voleva sapere di quel che facevo, di come vivevo e quando tentavo di nascondere qualcuna delle mie falle, sembrava accorgersene e riusciva a farmi dire quel che sapevo gli avrebbe procurato dolore. Alla fine della telefonata, però, ne uscivo rinfrancato, pronto ad affrontare il problema del momento con rinnovata forza. Durante le mie visite a Perugia, da me preannunciate, riusciva sempre a ritagliare, tra i suoi molteplici impegni, le 4 o 5 ore da trascorrere con me, e allora erano fiumi di ricordi che scorrevano con le parole e con il suo perenne sorriso.

Ricordo quando da giovanetto andavo in seminario e nella sua stanzetta mi dedicava del tempo per tentare di inculcarmi qualche rudimento di musica, aveva cominciato dall'inizio con il classico solfeggio, ma io avevo voglia di correre, il mio buon "orecchio" mi spingeva avanti, mi interessavano l'armonia, gli accordi e lui capì, non insistette, e finì per insegnarmi quel che volevo. Dominanti, toniche, predominanti, un po' di contrappunto. Non rimase contrariato quando gli dissi che non sarei andato più a lezione, aveva capito da tempo che comunque non avrei mai abbandonato la musica, ma quando gli mandai alcune mie composizioni su nastro, non mancò di rimproverarmi per non aver studiato con maggiore impegno, cosa di cui in seguito mi dolsi,e tanto.

Don Francesco era fatto così, non costringeva, convinceva; godeva con noi dei piaceri semplici e ci rimetteva talvolta di tasca per organizzare la gitarella da fare tutti insieme, ma pur nell'allegria non tralasciava mai il suo impegno sacerdotale ed ogni tanto si fermavano i lazzi e ci lanciava delle riflessioni brevi, era preghiera vera, non una semplice enunciazione di parole imparate a memoria.

A Perugia dove dal 1968 si trasferì, lascia un'impronta notevole, (di questo trovate notizia nell'articolo, il cui link, trovate in coda) e sebbene trovò una comunità che lo accolse con grande affetto il ricordo dei suoi anni cassanesi non lo abbandonò mai, nella nostra cattedrale era stato ordinato prete da Mons. Barbieri e alla nostra diocesi restò legato sempre, tornò a Cassano in diverse occasioni, in una delle quali condusse il coro di San Faustino, da lui creato e col quale raggiunse notevoli successi, in seguito venne in testa ad un gruppo di perugini a visitare la Calabria e fui io ad accoglierli e ad accompagnarli nella visita di Cassano ed altre località viciniori, viaggio che ricordava durante le nostre chiacchierate telefoniche e che avrebbe desiderato ripetere.

L'ultima volta che lo avemmo con noi a Cassano fu nel 2016, quando la malattia aveva appena iniziato il suo malefico percorso, la sua venuta culminò in una cena conviviale in un ristorante locale durante la quale ricordammo gli eventi più simpatici e importanti vissuti insieme, come la vittoria in un concorso di canto polifonico sacro per voci maschili a Napoli nel quale superammo tutti gli altri concorrenti, fra i quali un coro di monaci.

Così, come durante quella serata, voglio ricordare don Francesco, sorridente fra i suoi Figli nella Fede. (vedi foto in alto)

Don Francesco ha segnato la nostra esistenza; anche ora che non é più su questo mondo terreno, noi sappiamo che continuerà ad essere presente nella nostra vita finché non lo raggiungeremo nel luogo aureo verso il quale ci ha indirizzato.

 Antonio Michele Cavallaro

CLICCARE QUI' per l'articolo apparso sul giornale on-line UMBRIA NOTIZIE, nel quale è compendiata la grande attività svolta da don Francesco a Perugia dopo la partenza da Cassano

CLICCARE QUI' per ascoltare la composizione "VERGINE E MADRE" del M° Francesco SPINGOLA eseguito dal coro San Faustino

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