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Vangelo della Trinità - Domenica 27 Maggio

gesu parla.jpgDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,16-20.
In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

COMMENTO DI DON MICHELE MUNNO

SS. TRINITÀ – B

27 MAGGIO 2018

Sarebbe forse una “tentazione teologica” quella di fermarsi a riflettere, in questa prima domenica dopo Pentecoste, sul “mistero” della Santissima Trinità attraverso una “serie di ragionamenti”, mettendo da parte quello che ascoltiamo nelle letture che la Liturgia ci propone.

La stessa Liturgia, nel Prefazio di questa celebrazione, sembra “cedere alla tentazione” e utilizza una serie di formule attraverso le quali la teologia ha cercato di “pensare” il “mistero” trinitario di Dio.

Ascolteremo, infatti, che Padre, Figlio e Spirito Santo sono “un solo Dio non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” e che “adoriamo la Trinità delle Persone, l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina”.

La Parola di Dio che ascoltiamo, però, ci chiede di percorrere un’altra strada per “intercettare” il “mistero” trinitario di Dio. Una strada fatta non di “ragionamenti e concetti”, ma di “memoria di eventi”.

Potremmo dire che la Parola di Dio vuole aiutarci ad accostarci al “mistero” di Dio non attraverso la teologia “speculativa”, ma attraverso una “teologia narrativa”.

Così, la Pagina del Vangelo narra, racconta della missione affidata agli Undici da Gesù prima della sua ascensione al Padre.

Una missione – “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” – accompagnata da una promessa – “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Il Vangelo, più che farci penetrare “nell’alto dei cieli” per scoprire il “mistero” trinitario di Dio, ci aiuta a prendere consapevolezza che con il battesimo noi siamo stati “immersi” in questo “mistero”! E che il “sogno” di Dio è quello di “rimanere” con noi, fino alla fine del mondo, sempre!

Noi siamo “nella Trinità”! O meglio, vi siamo stati in qualche modo “innestati” con il battesimo, ma per rimanervi dobbiamo “osservare tutto ciò che Gesù ci ha comandato”.

Anche la prima lettura, tratta dal Libro del Deuteronomio, che fa memoria dell’elezione di Israele tra tutti i popoli della terra, perché in esso siano tutti benedetti, richiede un impegno: “Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre”.

Per “rimanere” nella Trinità, dunque, dobbiamo “osservare” i comandamenti.

Questi “comandamenti” però non sono qualcosa di esterno a noi, poiché lo Spirito, che tutti abbiamo ricevuto nel nostro battesimo, li ha posti nella profondità del nostro cuore, nella nostra coscienza!

E questo Spirito, continuamente, “grida” in noi: “Abbà! Padre”!

Se assecondiamo il “grido dello Spirito”, infatti, assecondando la nostra coscienza, noi ci riveliamo “figli di Dio”, poiché viviamo e operiamo come Gesù ci ha insegnato: “prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria”!

In questa domenica della Santissima Trinità, perciò, rendiamo grazie a Dio che ci ha scelti e chiamati alla fede attraverso il battesimo; chiediamogli di sperimentare continuamente il “brivido santo della nostra fede”, di sentirci continuamente immersi nel suo “mistero” d’Amore, “bagnati dal sangue prezioso del Signore Gesù e unti con l’Olio profumato dello Spirito”; impegniamoci perché attraverso l’annuncio e la testimonianza della nostra vita tutti gli uomini si lascino circondare dall’abbraccio amorevole e misericordioso del Padre che tutti, senza distinzione, chiama a partecipare del Suo Amore!

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre e nei secoli dei secoli! Amen.

(NELL'ALLEGATO IL FOGLIO INFORMATIVO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE IN SIBARI)

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