Resto a Napoli* perché:
*(che poi potrebbe essere una qualsiasi città del Sud)
Resto a Napoli perché al mattino mi sveglia la voce del fruttivendolo ambulante che non si capisce mai che cosa dice. Resto perché quando faccio la fila alla posta esco sapendo vita morte e miracoli della signora che era davanti a me; perché se ho una valigia e la scala mobile è rotta, arriva qualcuno ad aiutarmi (che poi chiede se sono fidanzata). Resto perché quando vado a giocare i numeri al lotto la gente è sempre uno spettacolo; perché quando andavo a scuola mi entrava la libertà nell’anima guardando dalla finestra il mare inondato di sole; perché mia nonna lucidava un teschio nel cimitero delle Fontanelle e gli chiedeva le grazie; perché mentre passeggio in un vicolo tra i calzini stesi ad asciugare e le grida forsennate di un pescivendolo, entro in una chiesa piccola e mi scoppia il cuore davanti alle Sette opere di Misericordia di Caravaggio.
Resto perché se passa un carro funebre ci scambiamo sguardi solidali e facciamo le corna; perché io e i miei amici facciamo la raccolta differenziata e usiamo detersivi biologici; perché quando a tarda sera, in primavera, salgo a Posillipo e il profumo del mare e degli oleandri mi riempie di gioia, piango e penso che non è vero che la camorra ha ammazzato Napoli, che non dovrò andare via per sempre.
Vado via da Napoli perché
Vado via da Napoli perché per un giovane, soprattutto se laureato, non è possibile trovare un lavoro dignitoso, perché in città vi sono troppi furbi e disonesti, perché se la città è così malridotta la colpa è anche dei napoletani, perché tanti cittadini abbandonano per terra il sacchetto della spazzatura invece di metterlo nei contenitori, perché non posso sopportare la vista delle auto parcheggiate in quarta fila, perché non tollero che i guardiani nei musei chiacchierino ad alta voce tra di loro invece di stare attenti ai tesori loro affidati, perché non voglio pagare il pizzo se debbo parcheggiare, perché si discute solo di Maradona e del Napoli, perché sono stufo di vedere le strade piene di voragini invase dalla monnezza, perché il mare è ridotto ad una lurida cloaca, perché le aiuole non sono curate, i semafori ignorati, perché dalle finestre delle scuole non si vede il mare bensì orribili palazzoni, perché sono stanco di lottare ogni giorno per sopravvivere in questa giungla, vado via perché non ce la faccio più, anche se so che andandomene la città perderà un altro soldato che combatta per l’ultima speranza di riscatto.
Achille della Ragione