Si è sempre sostenuto che i danni maggiori per la città delle diverse sindacature Papasso, piuttosto che da ricercare nelle improprie scelte amministrative o nelle ingenti risorse finanziarie sprecate in quasi ormai 10 anni di malgoverno, siano invece da ricercare nella comunità sotto il profilo sociale e culturale, inflitte da quel modello subculturale di cui il Papasso è portatore e che ha esteso a tutto il Palazzo dal giorno del suo primo insediamento.
Tuttavia, da quello che si apprende da una lettera aperta che negli ultimi giorni circola sui social, la situazione è ancor più grave di quella che mai si sarebbe potuto ipotizzare.
Sembra che anche la recente gravissima vicenda dello scioglimento per presunte infiltrazioni, che ha macchiato indelebilmente la coscienza di ogni cassanese, non abbia davvero insegnato nulla.
É così viene fuori pubblicamente un degradante spaccato della vita amministrativa dentro il Palazzo di Città, dal quale trapela di tutto - i sentimenti di rivalsa del Papasso, il lavoro certosino per nascondere l’inadeguatezza degli amministratori, le dinamiche degli uffici, la pressione psicologica e la sofferenza subita dall’autrice della missiva - tutto tranne che l’interesse verso le sorti della Città.
L’istantanea che fornisce chi l’ha vissuto e visto con i propri occhi ci conferma che il potere viene esercitato dal Papasso non con equilibrio ed imparzialità, come previsto nelle democrazie del XXI secolo, ma bensì come una “clava” da scagliare contro chi avversa le sue scelte amministrative, offende il suo smisurato ego di statista, e rappresenta in qualche modo un pericolo per la sua sfrenata voglia di gestire potere. L’azione di governo che ne viene così fuori non è orientata alla tutela degli interessi collettivi, è alimentata dal livore e dal rancore, e mina le basi stesse della democrazia con effetti drammatici: è stata alterata l’armonia sociale della comunità tutta.
Nella più totale assenza della Politica dalla vita amministrativa, colpisce come degli assessori improvvisati, per non sfigurare in pubblico, pare ricorrano a farsi preparare prima a tavolino da altri collaboratori (quest’ultimi ben pagati con i soldi dei cassanesi) gli interventi da recitare poi magari durante i lavori consiliari. Emerge così dallo scritto un ruolo pietoso di una giunta completamente asservita alla volontà del Sindaco, in cui gli assessori referenti di se stessi e della loro cerchia di amici - capitanati dall’illuminato vicesindaco - fanno a gara per compiacere ed osannare le virtù del Papasso, prodigandosi tanto per assecondare ogni sua azione, così che questo momento di gloria per loro non abbia mai a finire.
Si deduce quindi che si è difronte ad una classe dirigente di bassissimo profilo, probabilmente la peggiore che la città abbia mai conosciuto, che non ha alcuna cultura di governo e non ha contezza di cosa significhi amministrare la cosa pubblica.
La passione per i valori democratici, per la buona Politica e l’amore per la nostra Cassano ci induce a chiedere a gran voce a coloro i quali hanno in ostaggio la vita dell’intera città e sono responsabili del fallimento totale dell’azione politico-culturale e amministrativa, di fare un passo indietro e di non offendere più le intelligenze: Papasso, e la sua squadra di assessori a pagamento, si DIMETTANO.
Movimento politico-culturale
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