Recentemente sotto la SS106 che corre parallela alla ferrovia in prossimità dell'abitato di Trebisacce venendo da Sibari, sono stati iniziati dei lavori che sono stati subito interrotti perché a qualche decina di centimetri di profondità sono state trovate trcce di un'antica strada di epoca imprecisata. Immeditamente sul web si è scatenata un gara a chi la sparava più grossa, addirittura qualcuno ha scritto "avevamo l'oro sotto i piedi e non lo sapevamo". Probabilmente si è trattato di una boutade giusto per animare un po' il quasi asfittico dibattito culturale locale. In ogni caso il ritrovamento va sicuramente verificato per prendere immediate decisioni riguardo il ripristino della viabilità in vista della prossima estate. Pare che ci sia stato un sopralluogo da parte delle autorità dei Beni Culturali, ma ancora sul sito si transita a senso unico alternato regolato da un semaforo. Leggendo le notizie che si sono incrociate anche sulla stampa ufficiale, siamo andati a spulciare antiche e nuove pubblicazioni sulla situazione viaria locale e fra le annotazioni di uno dei più illustri viaggiatori stranieri che passarono dalle nostre parti nel XIX secolo, François Lenormant, abbiamo trovato qualcosa che può illuminarci sulla situazione delle nostre strade alla fine di quel secolo.
Lenormant, per intenderci è quel viaggiatore storico, archeologo e letterato del quale è conosciuta la frase che ancora oggi viene spesso citata per magnificare la piana di Sibari:
"Non credo esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sibari. Vi é riunita ogni bellezza in un volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole e il mare della Grecia".
Era necessaria questa citazione per inquadrare il personaggio, ma non dimentichiamo che Lenormant non si fermò solo a Sibari. Intanto cominciamo col dire che il suo viaggio avvenne in treno nel 1879, infatti da pochi anni era in funzione la prima tratta ferroviaria costruita dal governo sabaudo in Calabria, la TARANTO-REGGIO e quindi ebbe modo di osservare la situazione dei territori lungo tutta la tratta che lo portò appunto fino a Reggio. Citiamo l'incipit del capitolo del suo libro La Grande-Grèce in cui descrive il tratto tra Siri e Sibari:
"Al di là del SINNO la pianura finisce. Le montagne si avvicinano al mare e vengono a bagnarvi il loro piede. La ferrovia e l'antica strada rotabile corrono parallele racchiuse fra gli ultimi declivi e la spiaggia, sorpassando numerosi torrenti che si precipitano in burroni di un pendio rapidissimo. I più importanti sono il Fiume di FERRO, il SARACINO e il RAGANELLO, dei quali discuteremo ben presto gli antichi nomi."
Seguono molte altre notizie descrittive sull'orografia del territorio, ma ci fermiamo quì, perché ci preme sottolineare il passaggio riportato poc'anzi sulla posizione della strada rispetto alla ferrovia, si arguisce che 140 anni fa, proprio nel punto dove ora si è scavato esisteva una strada che conduceva a Trebisacce ed oltre, che, forse, altro non era che la sovrapposizione di un "macadam" recente sui resti di una più antica tratta viaria. E' ovvio che quando si trattò di asfaltare la preesistente, si mise a nudo la massicciata togliendo il terriccio e il pietrame minuto e vi si sovrapposero gli strati del nuovo macadam secondo le tecniche più moderne. Quindi nessuna strada romana? Perché no, i romani e prima di loro i greci non erano certo dei novellini in fatto di viabilità. I romani erano interessati a raggiungere facilmente i luoghi dell'impero per il trasporto di truppe e di prodotti, i Greci e i Sibariti nella fattispecie, anche se prediligevano la navigazione per i percorsi più lunghi, sicuramente avevano tracciato delle vie per arrivare alle località viciniori sotto il loro dominio. Ci uguriamo, quindi, che una volta soddisfatta la giusta curiosità di storici e archeologi, si ripristini al più presto la viabilità che ci interessa; per quanto riguarda l'eventuale ORO nascosto, sarà meglio tirarsi su le maniche e creare nuove e innovative fonti di lavoro e quindi di guadagno.
Antonio M. Cavallaro
La Rubbettino ha recentemente dato alle stampe il 1.o volume de "LA MAGNA GRECIA, Paesaggi e Storie" di François Lenormant curato dal prof.Vittorio CAPPELLI, gli interessati possono richiederlo presso la SYBARIS TOUR al prezzo di €7,90 tramite email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite watsapp 3201772190 e con recapito gratuito al proprio domicilio nel raggio di 20 km. da Sibari.